Adozione: imparare a vivere la speranza della attesa

Nel mese di febbraio si rinnova la preghiera del Santo Rosario dedicata ai bambini abbandonati di tutto il mondo e alle famiglie adottive e affidatarie, una proposta delle famiglie della comunità La Pietra Scartata che per tale iniziativa si ritrovano il primo sabato di ogni mese coinvolgendo le proprie parrocchie, i gruppi e le comunità locali. Commento e preghiere sono a cura di Grazia e Massimo Ranuzzi (Comunità Regione Lazio)

Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-32)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Commento

Questo passo del Vangelo di Luca narra che Maria e Giuseppe portarono il Bambino al Tempio di Gerusalemme 40 giorni dopo la sua nascita, per ‘offrirlo’ a Dio. La Santa Famiglia non si sottrae alla legge di Mosè e come tutte le famiglie porta il primo figlio al tempio. Gesù entrando nel tempio entra ufficialmente nell’umanità ed è investito della sua missione. Si narra inoltre di un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione, e lo Sprito santo era su di lui. Il vecchio Simeone è l’uomo dell’attesa: non aveva mai perso la speranza di incontrare il Messia prima della sua morte. L’attesa era guidata e confortata dallo Spirito Santo; il medesimo Spirito gli aveva comunicato che prima di morire avrebbe visto “il Cristo del Signore”. Simeone accoglie Gesù tra le braccia, un’immagine che ricorda l’abbraccio del Padre misericordioso verso il figliol prodigo, ma anche l’immagine di quando abbiamo incontrato la prima volta i nostri figli negli Istituti. La sua preghiera “Ora lascia, Signore, che il tuo servo se ne vada in pace, perché i miei occhi hanno visto la Salvezza”, è la preghiera che noi riviviamo tutte le volte che pensiamo ai nostri figli. La storia del vecchio Simeone ci insegna che la speranza, anche se non subito, un giorno si realizza, purché guidata e confortata dallo Spirito Santo, suscitandoci due domande: sono capace di percepire in un “bambino abbandonato” la luce che illumina il mondo? Sarei capace di sopportare tutta la vita nell’attesa della realizzazione della mia speranza?

Preghiamo

Nel primo mistero gaudioso ricordiamo l’annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine

Preghiamo per tutte le coppie che sono in attesa di un figlio.

Nel secondo mistero gaudioso ricordiamo la visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta

Preghiamo per tutti bambini abbandonati in attesa di una mamma e un papà.

Nel terzo mistero gaudioso ricordiamo la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme

Preghiamo perché si realizzi la speranza di un mondo più giusto e accogliente.

Nel quarto mistero gaudioso ricordiamo Gesù che viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe

Preghiamo per i governanti delle nazioni perché concorrano a realizzare politiche a favore dei bambini abbandonati.

Nel quinto mistero gaudioso ricordiamo il ritrovamento di Gesù nel Tempio

Preghiamo per il nostro Santo Padre Papa Francesco e la sua speranza di una Chiesa più attenta ai poveri.