Adozione Internazionale. I 30 anni della Convenzione Aja. Imparare dal passato per guardare al futuro

Il 31 maggio si è tenuta l’evento online per celebrare i 30 anni dalla pubblicazione della Convenzione Aja sull’adozione del 1993. Il resoconto dell’incontro

In occasione del 30° anniversario della Convenzione sull’adozione del 1993 (Convenzione Aja), un incontro online ha cercato di fare il punto della situazione, portando testimonianze e riflessioni da parte delle autorità e istituzioni internazionali.

Tavola rotonda: imparare dal passato

Durante la tavola rotonda Imparare dal passato, è stata fatta una panoramica storica sull’adozione internazionale con un excursus dei vari speaker sulle pratiche di adozione fino ai primi anni ’90.
Durante questa tavola rotonda è stato affrontato il tema della ricerca delle origini legandosi alla questione dell’illegalità nell’adozione: la ricerca delle origini ha permesso in moti casi di scoprire frodi e pratiche illecite, commesse soprattutto negli anni 70-80.
Lo storico Yves Denéchère  ha sottolineato il fatto che continuare ad associare il tema “costi-denaro” all’Adozione Internazionale aumenta il rischio di illegalità. L’adozione internazionale dovrebbe essere gratuita, come lo è quella nazionale in Francia e in Italia, dimostrando così che si tratta di un reale progetto d’aiuto e ottenere lo statuto di protezione per l’infanzia.

Le esperienze vissute

Nella seconda parte dell’incontro si è tornato a parlare del tema della ricerca delle origini, una questione sempre più attuale anche a causa delle nuove tecnologie.
Altre tematiche affrontate sono state:
l’importanza del contatto con la famiglia di origine, soprattutto ora che i bambini in adozione sono più grandi, capiscono e ricordano;
l’importanza che il minore possa esprimersi a vari livelli, dando il suo parere, entrando a far parte delle varie istituzioni.
C’è stata poi l’intervista registrata a una mamma biologica colombiana che ha deciso di lasciare il terzo figlio in adozione, una “decisione dolorosa, ma sana per entrambe la parti: madre e figlio”.

Tavola rotonda: guardare al futuro

La speranza per il futuro è che si concretizzi un maggiore coinvolgimento degli adottati, una maggiore vigilanza sui costi e una maggiore collaborazione tra le diverse autorità centrali dei paesi di origine e accoglienza.
Nel suo intervento, Antonio Ferrandis, Capo del Servizio adozioni, Autorità centrale, Regione di Madrid, ha sottolineato la necessità di un equilibrio tra il rispetto del principio di sussidiarietà e la prolungata e nociva istituzionalizzazione e ha richiamato tutti al rispetto dell’art. 35 della Convenzione Aja, articolo tanto breve, quanto importante, che dice: “Le autorità competenti degli Stati contraenti trattano le procedure di adozione in modo sollecito”.
Ferrandis ha inoltre sottolineato la necessità di intensificare la formazione delle coppie e sostenere diversamente il periodo post-adozione, sia sulla necessità di maggiore informazione all’opinione pubblica di cosa realmente oggi è l’adozione.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it