Adozione Internazionale. Anche il Perù si muove per individuare nuovi percorsi: ecco le novità

All’attivismo dei paesi d’origine fa da contraltare l’immobilismo italiano: tre mesi dopo la vicepresidente alla CAI lascia anche il direttore generale

Adozione Internazionale: con il Coronavirus, dopo Ucraina, Moldova, Colombia, Haiti, Burundi, Congo, Burkina Faso e Ungheria, anche il Perù si muove per individuare “percorsi alternativi” al fine di facilitare le procedure, altrimenti messe a dura prova dalle misure di contenimento per la pandemia. Le autorità del paese latinoamericano stanno cercando di trovare soluzioni intelligenti, con la collaborazione degli enti autorizzati. Nel corso di un incontro svoltosi il 31 agosto tra i referenti degli stessi enti, tra cui Ai.Bi. – Amici dei Bambini e il responsabile della DGA – Dirección General de Adopciones sono emerse alcune linee d’azione.

Adozione Internazionale: la volontà del Governo del Perù è di facilitare l’iter

Tra queste: la volontà dell’attuale Governo del Perù di aumentare il numero delle adozioni internazionali nei prossimi 12 mesi nonché il dialogo con gli enti autorizzati; la volontà di lavorare per diminuire i tempi per dichiarare abbandonato un minore promuovendo una modifica della legge che renda la dichiarazione di abbandono un atto amministrativo e non giudiziario; la possibilità di rendere più efficiente la procedura con cui la DGA dichiara idonee le coppie straniere dando maggiore “peso” alla dichiarazione di idoneità rilasciata dai paesi di provenienza delle coppie; la possibilità di privilegiare maggiormente l’adozione rispetto ad altre misure quali l’affido familiare; la possibilità di agevolare l’arrivo delle coppie in questo periodo in Perù tramite voli umanitari, iniziando l’affiatamento “virtuale” con il minore durante il periodo di quarantena e poi effettuando sempre in modo virtuale gli incontri tra famiglia, DGA e rappresentante dell’ente, completando poi il processo di predisposizione della nuova documentazione del minore in un secondo momento, quando la coppia è già rientrata nel proprio paese, avendo avuto cura di dare la procura al rappresentante dell’ente.

Adozione Internazionale: l’attivismo dei paesi d’origine.  E l’Italia?

All’attivismo dei paesi d’origine dei minori, alcuni di questi anche alle prese con la fase più dura dell’epidemia, purtroppo, fa nuovamente da contraltare l’immobilismo dell’Italia. Dove, se il lockdown è alle spalle, non lo è la stasi completa del sistema adottivo-internazionale: al di là di periodici comunicati emessi dalla Commissione Adozioni Internazionali, questa è infatti ancora acefala nei suoi vertici. La vicepresidente Laera ha terminato il suo incarico ormai nel mese di giugno e, dal 1 settembre, ha lasciato l’incarico per pensionamento, senza essere stato sostituito, anche il direttore generale. In questa situazione è arduo attendersi che il Governo sappia approcciare, in tema di adozioni internazionali, la nuova situazione con le dovute energia e capacità..