Adozione internazionale. Yang: “Scusa, nonna, non puoi toccarmi. Rovini la camicia stirata da papà.”

Un racconto di resilienza e autenticità attraverso la sindrome di Asperger. L’eleganza di Yang, un bambino lunatico ma sempre impeccabile, che sfida le aspettative e cerca la sua serenità nel mondo. Una storia di accettazione, amore e crescita personale

Yang, un nome che può risultare difficile da pronunciare, ma che racchiude un significato importante. Sicuro, solare, sereno. Tuttavia, non è facile dire quanto di quella serenità fosse presente in lui dodici anni fa. Il suo animo era instabile, il cuore delicato, come accade a tutti coloro che hanno vissuto un abbandono precoce. Quel non so che di sfida tenera che caratterizza il suo sguardo, quella determinazione pronta ad affrontare una nuova delusione, come a dire: “Tanto non mi ferirai! Tanto non provo più dolore!”

I primi anni non sono stati affatto facili. La domanda sospesa era sempre presente: “Se ti caccio, che cosa farai? Mi lascerai davvero?” Yang tendeva sempre a allontanare le persone, specialmente quelle gentili signore che, attratte dalla sua bellezza, si avvicinavano per strappargli un bacio o, ancor peggio, un tenero abbraccio. Non è facile descrivere l’imbarazzo che provavamo, io e mio padre, quando lui, con uno sguardo inflessibile, bloccava l’impetuosa nonnina! Dovevamo inventare scuse e giustificazioni per mediare la sua risolutezza.

Ma un giorno ci ha sorpresi, rivolgendosi a mia suocera: “Scusa, nonna, non puoi toccarmi. Rovini la camicia stirata da papà.” Che eleganza! Perché non ci avevamo pensato prima? Questa è diventata la nostra frase di presentazione, la nostra risposta a coloro che lo giudicavano come poco affettuoso: “No, non è freddo o ostile, è solo una questione di eleganza!”

Col tempo abbiamo dato un nome scientifico alla sua scarsa socievolezza, i medici lo chiamano sindrome di Asperger, che rende difficile l’empatia. Yang è decisamente lunatico, spesso cinico e distante, ma sempre impeccabile nel suo abbigliamento!

 

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