Adozione internazionale. Biologici o non? Esistono solo genitori veri

La bella lettera scritta da un padre a Repubblica. “Non ci vuole coraggio per adottare un figlio”

Non esistono genitori di serie A e di serie B. Esistono solo veri genitori. Lo scrive in una bella lettera pubblicata da Concita De Gregorio su Repubblica, lo scorso 24 novembre, un padre adottivo. “Un pomeriggio – scrive l’uomo – una compagna di classe di mio figlio, guardandomi dritto negli occhi mi ha detto: ‘Lo so! Tu non sei il vero padre di A: lo hai adottato’. Tempo prima, un caro amico, saputo che adottavo un bambino mi ha sussurrato: ‘Complimenti per il vostro coraggio’. La più insopportabile è però la signora medio-borghese che puntualmente recita: ‘Che bravi. Avete fatto una cosa meravigliosa’”.

“I luoghi comuni e le visioni distorte dell’adozione purtroppo – prosegue l’uomo –dilagano e sovente delegittimano, volontariamente o involontariamente, una genitorialità piena e dirompente come quella adottiva. Chi si sognerebbe di fare i complimenti a un genitore biologico per aver messo al mondo un figlio? O assimilerebbe un figlio biologico a un atto di beneficenza o di altruismo. L’adozione non è un’opera di beneficenza, né un atto di coraggio. È solo un modo diverso di diventare famiglia. È semplicemente un atto d’amore. E i genitori adottivi sono genitori e basta, senza aggettivi e mossi dalle stesse intenzioni dei genitori biologici. Ci sentiamo genitori ‘veri’ tutti i giorni, quando lottiamo con i compiti e le regole da rispettare; quando accogliamo le inquietudini che vengono da lontano. E ci sentivamo genitori ‘veri’ già mentre lo aspettavamo. E in quell’attesa sublime in cui non conoscevamo il suo volto e l’intensità del suo sguardo, che è iniziato il cammino per diventare il nostro figlio desiderato e amato più di ogni altra cosa. E in uno di questi luoghi dell’anima che è diventato nostro figlio e non per beneficenza o volontariato”.

“Non ci vuole coraggio per adottare un figlio – continua – ci vuole coraggio per aprirsi alla vita e da questa lasciarsi trovare e travolgere. Il resto io e Carmela lo impariamo dal coraggio di A, quando ci insegna a spingerci oltre ogni ostinata certezza, a vedere altro, a sentire altro. A chiudere gli occhi e ascoltarlo con il cuore. Perché ‘quando un uomo chiude gli occhi’, dice una fiaba indiana, ‘vede molto più di prima’. Credete ci possa essere esperienza più autentica e ‘vera’ di questa, a cui dedicare la vita? Credete che basti questo amore viscerale per essere considerati genitori ‘veri’? Noi pensiamo di sì. Perché al mondo, in qualunque modo ci si arrivi, esistono solo veri genitori e veri figli. E basta”.