Adozione Internazionale. Cina. L’appello a Giorgia Meloni dei genitori adottivi

Da ormai più di tre anni, 30 coppie che sono state abbinate a una bambina o un bambino in Cina non possono andare a trovare i loro figli e portarli in Italia per cominciare finalmente una nuova vita come famiglia. L’appello al Governo affinché si sblocchi finalmente la situazione

Pochi giorni fa, il quotidiano finanziario americano Bloomberg ha riportato la notizia che, per la prima volta da almeno tre anni a questa parte, la Cina ha allentato le misure di restrizione sulla quarantena per i cittadini stranieri che arrivano nel Paese. Si tratta di una notizia inaspettata, visto che la Cina è rimasta l’ultima grande nazione del mondo a mantenere una politica sanitaria di rigorosa chiusura contro il Coronavirus, che potrebbe finalmente aprire uno spiraglio anche per le coppie di genitori che da tre anni (ma qualcuno anche di più) attendono di poter andare in Cina per prendere il figlio a cui sono già stati abbinati.
Nel silenzio generale, queste coppie vivono da anni una situazione drammatica, con un abbinamento che, di fatto, ha sancito che una bambina o un bambino cinese è diventato loro figlio, e una chiusura dei confini che impedisce loro di andare a prenderlo o anche solo di avere notizie continue e affidabili sul suo stato di salute.

Adozione Cina: famiglie in attesa

Diversi di questi bambini versano anche in condizioni di salute difficili e il fatto di non poter venire in Italia impedisce di poter effettuare le cure più adeguate o di intraprendere percorsi impossibili da effettuare all’interno di un istituto cinese, insieme a centinaia di altri bambini.
Come denunciato da alcune delle famiglie adottive, c’è chi tra loro non ha praticamente più avuto notizie di proprio figlio, mentre i più “fortunati” hanno recentemente ricevuto una foto e un brevissimo video dopo quasi un anno di silenzio assoluto.
La partenza di diverse di queste coppie viene continuamente rimandata dal marzo del 2020, allo scoppio delle pandemia, ma gli abbinamenti sono anche precedenti: c’è chi è stato abbinato a un bambino di 4 anni, ha preparato la cameretta, lo ha conosciuto e, oggi, si ritrova con un figlio che di anni ne ha 7 e ancora non è mai potuto arrivare fisicamente nella famiglia che lo aspetta con trepidazione.
Le coppie sono disposte a partire in qualsiasi momento, da sempre. Ai.Bi. stessa si era mossa per chiedere, all’arrivo dei primi vaccini contro il Coronavirus, che le coppie abbinate potessero avere la priorità nelle vaccinazioni così da poter partire al più presto, e le coppie non si erano certo tirate indietro nel farsi vaccinare, ma nemmeno questo ha permesso di sbloccare la situazione.

L’appello al governo delle famiglie adottive

La CAI è da tempo impegnata su questo versante, così come alcuni tentativi sono stati fatti dai precedenti Governi, il Ministero degli Esteri, l’Ambasciatore, mentre una lettera è stata mandata anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ora, davanti ai primi, tenuti, allentamenti delle restrizioni, la speranza è che davvero, finalmente, si possa smuovere la situazione, e per questo le famiglie adottive si sono appellate a Giorgia Meloni affinché, tra questioni economiche, commerciali e imprenditoriali, possa sollecitare le istituzioni cinesi anche sul capitolo delle Adozioni Internazionali.
Non ci sono ragioni che possano impedire a una famiglia di essere finalmente unita. Non dopo oltre tre anni di attesa. Non quando ci sono bambini che aspettano solo di essere accolti e genitori con le braccia spalancate che non vogliono altro che stringerli.