Adozione Internazionale. Colombia, Cile, Perù e Venezuela mettono in rete 17 enti adottivi

Il futuro dell’istituto dell’adozione risiede in una collaborazione consortile tra le varie realtà associative. Ecco RELAC-ADOP, la rete latino-americana per tenere viva l’accoglienza adottiva

Il 2020 è stato e continua a essere un anno di sofferenza per l’Adozione Internazionale. La pandemia da Coronavirus e le strategie conseguentemente adottate dai vari governi per arrestare la diffusione del contagio hanno infatti bloccato per lunghi mesi i viaggi all’estero delle coppie. Questo, tuttavia, e nonostante una certa inerzia da parte del sistema dei tribunali in Italia, ha portato alla ricerca di soluzioni alternative per facilitare l’adozione di quei bambini che, a causa delle misure di contenimento, rischiavano e rischiano di perdere occasioni preziose per poter finalmente avere una famiglia. Queste soluzioni, naturalmente, passano anche dalla cooperazione tra gli stessi enti autorizzati, non solo italiani, che dovranno sempre di più operare con una prospettiva consortile.

Ma la collaborazione, dall’Italia, deve necessariamente estendersi alle reti estere già esistenti. Tra queste c’è anche RELAC-ADOP, Rete Latinoamericana di Organismi di Adozione. Costituita nel 2015 in collaborazione con l’ente colombiano “Fundación Centro para el Reintegro y Atención del Niño CRAN”, alla Rete Latinoamericana per le adozioni RELAC-ADOP hanno aderito, nel tempo, numerose associazioni latinoamericane.

Adozione Internazionale. Tra Colombia, Cile, Perù e Venezuela le organizzazioni aderenti a RELAC-ADOP

Complessivamente, oggi, fanno parte della rete 17 organizzazioni tra Colombia, Cile, Perù e Venezuela. La presidenza del Consiglio di Amministrazione di RELAC-ADOP è affidata a Delia Del Gatto di Fundación Mi Casa, la vicepresidenza è stata assunta da Gonzalo Gutiérrez della Fundación CRAN, la direzione esecutiva è sotto la responsabilità di Raquel Morales di Fundación Mi Casa e sono anche tra i direttori Eda Aguilar, di Accepting Rights e Birgitta Löwstedt. L’obiettivo di RELAC-ADOP è naturalmente quello di promuovere l’istituto adottivo in tutto il continente sudamericano.

“In America Latina – si legge nella presentazione dell’organizzazione – l‘istituzione dell’adozione ha avuto un importante sviluppo negli ultimi decenni, essendo riconosciuto nei sistemi di protezione dell’infanzia violata, come misura che mira a ripristinare per i bambini, che sono privati ​​della cura delle loro famiglie di origine, il loro diritto di vivere con una famiglia. È anche importante tenere presente che, in molti di questi paesi, i risultati raggiunti nel campo dell’adozione, sia a livello nazionale che internazionale, sono conseguenza del lavoro congiunto tra autorità governative e organizzazioni pubbliche e private o non governative, poiché hanno, correttamente, è stato capito il principio di corresponsabilità che esiste tra lo Stato e il società civile, in queste materie. Tuttavia, è anche una realtà che n America Latina manchino gli spazi pubblici per le organizzazioni non governative impegnate nell’adozione, che consentano di pubblicizzare i risultati e gli apprendimenti ottenuti, per avviare e stabilire un processo di feedback tra gli attori che collaborare nel campo della tutela e dell’adozione che possa favorire lo sviluppo di strategie e criteri tecnici che diano vita a nuovi paradigmi di lavoro in favore del superiore interesse del minore a poter esercitare il diritto di vivere in famiglia”.

Una missione, questa, che dovrebbe appartenere a tutto il mondo delle realtà che si occupano di adozione, anche al di fuori del continente latino-americano.