Adozione internazionale. “Entravamo in sala operatoria cantando, ogni volta scegliendo una canzone diversa! così Yu Mo è rinato, non solo nei nostri cuori.

YUMO Rosito 1Mi chiamo Yu Mo Simone!”. Chiara e Fabio Rosito sono felicissimi che il loro piccolo, incontrato nell’ottobre del 2013 a Xi’An, risponda così quando qualcuno gli chiede il suo nome, come a dimostrare che non voglia perdere le sue radici sentendosi contemporaneamente italiano.

In realtà ha già percepito che alcuni preferiscono chiamarlo con il nome cinese e altri con quello italiano, così si regola di conseguenza”, dice la mamma Chiara, presentandoci la storia di accoglienza per #iosonoundono, fatta di tanta gioia e anche di legittime preoccupazioni per la salute di Yu Mo.

Yumo è nato senza radio e pollice nella mano destra, inoltre non riusciva ad unire indice e pollice della mano sinistra – racconta Chiara, che ormai può lasciare alle spalle i lunghi giorni negli ospedali – . Ha subito tre interventi chirurgici che hanno permesso di allungare il braccio, girare il polso e ‘trasformare’ l’indice in pollice nella mano destra e modificato la mano sinistra”.

Interventi complessi che non hanno adombrato la gioia di aver accolto come figlio un bambino dal carattere solare, che lo scorso maggio ha soffiato su una torta di 4 candeline.

Yu Mo è uno dei tanti bambini special needs con un bisogno sanitario e che solo l’amore della famiglia può rendere meno difficoltoso da affrontare.

Non bisogna spaventarsi, possiamo dirlo per esperienza” – è la rassicurazione di Fabio e Chiara a tante famiglie che si trovassero in una situazione analoga – Occorre andare a fondo, capire bene il problema sanitario. E lo diciamo proprio noi che all’inizio del nostro percorso adottivo non pensavamo di trovarci, almeno in teoria, di fronte a un bisogno speciale come questo”.

Quando ci è stata fatta la proposta di abbinamento, infatti, ci avevano avvisato che sarebbe stata, probabilmente un po’ sopra le nostre disponibilità iniziali – continuano i genitori di Yu Mo Simone – : Abbiamo però riflettuto e alla fine ci siamo convinti. Già dalla scheda si capiva che il bambino, malgrado le sue oggettive difficoltà,  si arrangiava a fare tutto, mangiava da solo e quindi la chirurgia avrebbe risolto i suoi problemi”.

E così il volo per la Cina insieme ad altre 11 famiglie. Un viaggio che ha fatto nascere amicizie vive e solide ancora oggi. “E’ stata fondamentale per noi avere una rete di famiglie con le quali confrontarsi. Il nostro gruppo poco prima della partenza aveva aperto un gruppo sui social e da allora ci sentiamo frequentemente e vediamo tutti insieme i nostri bambini crescere”, dicono i signori Rosito.

Tornato a casa, Yu Mo ha iniziato subito il lungo percorso ospedaliero. “Oggi dovremmo aver finito! – esclama rasserenata mamma Chiara – Yu Mo è stato bravissimo, ha affrontato tutto molto bene. Entravano in sala operatoria cantando, ogni volta scegliendo una canzone diversa!”.

Gli interventi sono stati intervallati da numerose sedute di fisioterapia, proseguiti fino allo scorso agosto. E oggi Yu Mo come sta?  “Molto bene! Riesce ad utilizzare in modo ottimale la mano sinistra e sta facendo enormi e continui progressi con le funzionalità della mano destra”, racconta papà Fabio. Ma Yu Mo non ha mai rinunciato alla sua vita di bambino, neanche quando “a pochi mesi dagli interventi, ha iniziato l’asilo pur avendo il braccio ingessato….Era, sempre, molto contento”

L’amore di mamma, papà e dei nonni ha già medicato molte ferite.