Adozione Internazionale. “Avevamo l’idoneità per un solo minore, ma come potevamo lasciare la sorella in Brasile?”

Quella di Federica e Filippo è la storia di un’adozione che molti giudicherebbero ai limiti della possibilità: due ragazzini preadolescenti che spesso fanno paura e limitano le capacità di accoglienza delle famiglie. Un’attesa di 7 mesi per avere l’estensione del decreto di idoneità

“Siamo stati abbinati ad Antonio quando aveva quasi 11 anni e viveva in un istituto di Belem, nello stato del Parà, in Brasile. Il nostro decreto era vincolato a un minore e così tutto sembrava procedere come previsto. Tuttavia nella scheda si parlava anche della presenza di una sorella più grande, a cui Antonio era molto legato. A quel punto per noi non ci furono dubbi: quei fratelli non potevano essere separati, avremmo portato a casa con noi anche Anna”.

Un’adozione ai limiti della possibilità

Quella di Federica e Filippo è la storia di un’adozione che molti giudicherebbero ai limiti della possibilità: due ragazzini preadolescenti che spesso fanno paura e limitano le capacità di accoglienza delle famiglie. Una storia senz’altro impegnativa ma possibile che rappresenta anche il presente e il futuro delle adozioni e dei cosiddetti bisogni speciali: si alza l’età delle coppie che arrivano pronte all’adozione, cresce l’età dei minori abbandonati che hanno bisogno di famiglia, spesso perché – di fronte a una generalizzata crisi delle adozioni internazionali – sono costretti ad attendere anni prima di trovare una famiglia tutta per loro.
Federica e Filippo non hanno avuto dubbi in merito e rispetto alla possibilità di diventare genitori di due bambini non hanno posto limiti. “Volevamo già in origine adottare una coppia di fratelli, ma con l’idoneità ricevemmo un decreto vincolato a un solo minore”.
Così, il giorno dopo l’abbinamento con Antonio non persero tempo e presentarono richiesta al Tribunale per i minorenni di Bologna per ottenere l’estensione del  loro decreto, per essere idonei quindi all’adozione di due figli, non di uno solo. Ai giudici si presentava la disponibilità immediata di una famiglia che – proprio in linea con quanto prevedono le Linee guida internazionali sulle adozioni di bambini con bisogni speciali – chiedeva di non separare quei fratelli che di per sé erano già ‘famiglia’, ospiti di un istituto brasiliano.

Un’attesa di 7 mesi

“Abbiamo atteso circa 7 mesi per avere l’estensione del decreto vincolato e la situazione si è sbloccata solo perché abbiamo insistito e insistito – dice la mamma – Ad abbinamento già avvenuto con mio figlio Antonio, con la nostra disponibilità ad accogliere anche Anna, pensavamo si potesse avere un esito positivo in breve tempo. Invece da un lato oggi si tende a far adottare un minore alla volta, dall’altro i professionisti dei Servizi pensavano che non fossimo realmente convinti ma ci sentissimo ‘obbligati’ dal nuovo contesto che si era venuto a creare con la lettura della scheda. Non era così, eravamo pronti”.
Incontri e attese si sono così prolungati per circa 7 mesi. Fino a quando Federica ha deciso di recarsi nuovamente al Tribunale per i minorenni di Bologna, puntando i piedi: “Ho fatto presente che se non fosse arrivata una decisione in tempi rapidi, avrei perso mia figlia!” .
La mossa di Federica e la fermezza sua e del marito rispetto alla volontà di adottare i due fratelli sono state decisive tanto che dopo poco tempo il decreto è arrivato.
Nel mentre, il tempo è passato anche per Antonio e Anna, che la scorsa primavera hanno incontrato i loro genitori rispettivamente a 13 e 15 anni di età.

Una storia di adozione apripista

Una coppia di genitori decisamente ‘apripista’ su questo tipo di adozioni che restano complesse e bisognose di un accurato accompagnamento: le storie personali di questi due fratelli sono inevitabilmente costituite di vissuti, coraggio, tenacia così come da parenti e altri fratelli di cui si ha memoria. Nel caso di Antonio e Anna, una vita dura prima dell’ingresso in istituto, nel 2019, dove hanno incontrato tanti altri bambini divenuti per loro importanti.
“Alcuni di questi amici di istituto saranno adottati da una famiglia italiana, quindi daremo la possibilità a Antonio e Anna di vedersi e mantenere i contatti”, racconta il papà e già questo dice molto – in giorni in cui si dibatte di adozione aperta – sull’impegno che le famiglie devono mettere in conto in caso di adozioni di bambini “grandi”.
“La formazione serve, serve tutto, moltissimo! – esclama Federica che con il marito ha frequentato corsi sia in presenza sia online con le sedi Ai.Bi. di Salerno, Firenze e con il supporto della psicologa Marcella Griva della sede di Cagliari, esperta tra l’altro sul tema delle fratrie. – Non  si può partire senza preparazione, che non è mai abbastanza. Noi siamo stati assistiti e seguiti prima, durante e lo siamo ancora adesso che siamo tornati a casa. Occorre essere pronti a tutto”
A settembre Antonio e Anna andranno a scuola, rispettivamente in prima e terza media. La mamma resterà a casa e, nel caso, riprenderà il lavoro con un part time; in questo momento non c’è volontà di fare pressione: è ancora il momento delle coccole, delle regressioni e della voglia di essere bambini, malgrado l’età anagrafica.
“Non pensiamo ai 13enni o ai 15enni che si vedono in giro – aggiunge il papà – per il loro vissuto appaiono più piccoli e in parte lo sono, fisicamente e emotivamente. Poi è ovvio che sono per contro molto consapevoli della loro condizione e di quanto hanno vissuto”.
La chimica di famiglia è scattata subito.
“A noi è parso di conoscerci da sempre, non abbiamo provato alcuna difficoltà a ambientarci e ad accoglierci reciprocamente – rassicurano Federica e Filippo. – i nostri figli hanno sempre mangiato e dormito di gusto, al mattino dobbiamo svegliarsi con le bombe e adesso si stano cominciando ad aprire, scherzano e interagiscono, ancora in portoghese, ma capiscono l’italiano”.
Per parte loro, Antonio e Anna sono stati preparati bene all’arrivo dei genitori che sono rimasti due mesi in Brasile per cominciare assieme la loro avventura di famiglia.
“La psicologa dell’istituto ci disse che Antonio e Anna alla notizia del nostro arrivo, sapendo che eravamo disposti ad accogliere entrambi, iniziarono a piangere di gioia. E proprio qualche giorno fa, uscendo dalla piscina, Anna mi ha detto: Sono proprio felice. Avevo quasi perso la speranza di avere una mamma e un papà tutti per me”.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it