Adozione internazionale. L’inchiesta di Igor Traboni: i costi eccessivi dell’iter adottivo

Griffini (Ai.Bi.): “Da tempo chiediamo l’introduzione di un bonus da 10mila euro per le coppie”

Prosegue, sul magazine Orwell.it, l’inchiesta del giornalista Igor Traboni sulle cause del declino dell’adozione internazionale. Dopo aver indagato le motivazioni generali Traboni è passato a considerare il tema dei costi. Che sono elevatissimi.

“Fermo restando – scrive Traboni – che non esiste una sorta di ‘listino prezzi’ – e questo, naturalmente, è un bene perché non vogliamo che si arrivi al ‘mercato dei bambini’, come succede purtroppo oltre Oceano – neppure possiamo dire che esistono dei parametri certi, tanto che i costi possono variare anche di parecchie migliaia di euro da una adozione all’altra. Diciamo genericamente che, una adozione internazionale, può costare dai 30 ai 40 mila euro, con un range molto più vicino all’ultima che alla prima cifra. In questa somma vanno compresi, innanzitutto i soldi per gli Enti autorizzati (solo attraverso i quali si può portare a termine una pratica adottiva) il cui elenco è facilmente reperibile sul sito internet della CAI, la Commissione per le adozioni internazionali”.

“Anche qui – prosegue Traboni – le tariffe variano da Ente a Ente, non tanto in base ai servizi offerti – prima, durante e dopo l’adozione – quanto in rapporto al Paese dove si intende adottare (ogni Ente agisce ed opera solo in alcuni Stati). Questo anche perché ci si deve adeguare a quelli che sono i costi propri di quel determinato Paese. La normativa prevede, comunque, che gli Enti comunichino alla CAI che li rende ufficialmente noti, i dati di dove operano e che spese ci sono in quel determinato Paese. Da questo punto di vista, quindi, gli aspiranti genitori adottivi non vanno incontro a sorprese e possono pianificare il loro budget anche prima di avviare tutto l’iter”.

“In caso di adozione internazionale – conclude il giornalista – si può chiedere il rimborso di parte delle spese sostenute in base al reddito dichiarato. Nello specifico, funziona così: 50% delle spese di adozione sostenute (fino a un massimo di 5.000 euro) di rimborso per i genitori con reddito fino a 35.000 euro; 30% delle spese di adozione sostenute (fino a un massimo di 3.000 euro) per i genitori con reddito compreso tra i 35.000 e i 70.000 euro. Quello che resta della spesa sostenuta, potrà invece essere dedotto nella dichiarazione dei redditi. Il ritardo nei rimborsi, però, è ancora notevole, anche se si è ridotto negli ultimi anni sulla spinta anche di una certa pressione mediatica. Il 27 settembre scorso, infatti, la Cai ha ufficialmente comunicato, attraverso la sua segreteria tecnica, che sono state completate le verifiche delle domande ricevute per gli anni 2015/16/17 e portata a termine la fase di liquidazione per l’anno 2015, mentre è stata avviata la predisposizione degli ordini di pagamento per il 2016. È ancora poco per cui l’adozione internazionale rimane una procedura limitata a poche famiglie che possono permetterselo”.

“Quello che scrive Traboni – è il commento del presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, organizzazione nata da un movimento di famiglie adottive e affidatarie che da oltre trent’anni lotta in Italia e nel mondo per contrastare l’abbandono minorile, Marco Griffiniè certamente veritiero. Anzi, sono situazioni che denunciamo da anni. Per questo abbiamo a più riprese chiesto che sia introdotto un bonus da 10mila euro per le famiglie che scelgono questa meravigliosa forma di accoglienza in sede di legge di bilancio”