Adozioni internazionali: “Mamma, ma tu un fratello non riesci proprio a crearmelo?”

Dopo la scelta di disponibilità adottiva a seguito delle difficoltà nell’avere un figlio naturale, la nascita di Alessandro sembrava aver fatto tramontare quell’ipotesi.

Ma è stato proprio lui, il bambino, che sentendo dell’adozione di una bimba indiana da parte del fratello della madre, a un certo punto le chiede: “Mamma, ma tu un fratello non riesci proprio a crearmelo?”. Da quel momento, come scrivono i coniugi, “il cerchio si è chiuso”: a ottobre 2017, dagli uffici di Ai.Bi., “finalmente la tanto desiderata chiamata. Li Na ci aspettava dall’altra parte del mondo”.

Una storia di adozione internazionale come tante, ‘speciale’ e unica proprio perché è stata una scelta nata all’interno di un percorso di coppia vero: è quella che vede protagonisti Angela e Raffaele, sposati dal 2002 e residenti in un piccolo paese alla periferia brianzola. “Il nostro complicato rapporto nei confronti dell’adozione risale al lontano 2006 – racconta Angela – quando, dopo tre aborti spontanei, abbiamo deciso che il nostro progetto di famiglia poteva essere diverso da quello tradizionale”. Dall’Alto, però, quella volta si era disposto in maniera differente. Ecco che, infatti, “una gravidanza finalmente portata oltre il terzo mese ci ha visti costretti a ritirare la disponibilità”. Poco dopo – siamo nel 2007 –  nasce Alessandro. A quel punto, spiegano i due, “ci siamo messi abbastanza velocemente alla ricerca di un fratellino o sorellina che riempisse ulteriormente la sua e la nostra vita, ma il tempo passava e i test erano sempre negativi”.

Passano gli anni e, nel 2012, il fratello di Angela riceve l’abbinamento per l’adozione di una bimba indiana. “Una sera – continua la mamma di Alessandro – mio figlio, mentre era in bagno (che nella nostra esperienza è certamente una delle stanze intellettualmente più creative della casa) mi ha chiesto: ‘Mamma, ma tu, un fratello, non riesci proprio a crearmelo?’. Alla mia risposta un po’ imbarazzata, che sottolineava come non sempre le cose avvengono come si vorrebbero, Alessandro, con una semplicità disarmante, mi ha risposto: “Allora perché non prendiamo l’aereo come lo zio per andare a prenderlo?. È l’illuminazione che arriva direttamente dall’innocenza, quella che sigilla la scelta di genitorialità adottiva della coppia.

Così – spiega Angela – il cerchio si è chiuso: abbiamo presentato la disponibilità a luglio 2013, portando Alessandro con noi in Tribunale e cercando di coinvolgerlo in tutte le fasi del nostro percorso, nella speranza che potesse condividerlo fino in fondo con noi”.  L’iter con i servizi sociali si rivela rapido, ma emotivamente molto ‘forte’, come chiarisce sempre la mamma:  “Nel tentativo, pensiamo, di accertare in profondità la nostra motivazione, hanno cercato di dissuaderci in tutti i modi dal proseguire nel nostro percorso, ma la nostra determinazione è stata più forte fino ad ottenere la tanto desiderata idoneità. Un percorso lungo, un’attesa non breve, “certamente resa più lieve dalla presenza di Alessandro, ma senza dubbio ricca di momenti di preoccupazione, di tristezza e di frustrazione”.

Fino ad ottobre 2017, quando a cercarli sono i referenti di Ai.Bi. per l’adozione internazionale: “Finalmente, la tanto desiderata chiamata. Li Na ci aspettava dall’altra parte del mondo. Due anni appena da compiere proprio a novembre e delle guanciotte da mangiare di baci”, sottolinea la mamma adottiva. “Entusiasmo misto a un’infinità di preoccupazioni hanno caratterizzato il mese di preparazione alla partenza: è piccola! Alessandro ha ormai più di 10 anni e desiderava un fratellino, riusciranno ad avere un rapporto fraterno? Noi siamo vecchiotti ormai, saremo pronti a tornare a pappe e pannolini? Mille dubbi che si sono sciolti come neve al sole di nuovo davanti alle parole di nostro figlio: ‘Mamma, quando ho visto la sua foto, ho saputo che era lei!’.

Angela conclude il suo racconto evidenziando come “resto sempre ammirata dalla semplicità della saggezza dei bambini e credo che dovremmo imparare da loro come affrontare le opportunità che la vita ci offre! Li Na è una bimba piena di energia, curiosa, ricca di entusiasmo per le persone e per le situazioni. Starle accanto è una sfida continua per tutti alla scoperta incessante della sua visione del mondo. Dal giorno in cui l’abbiamo incontrata la prima volta, l’abbiamo sentita parte di noi. Sappiamo che il cammino sarà lungo e probabilmente travagliato, ma quello che è certo è che in lei riconosciamo lo stesso dono meraviglioso che abbiamo ricevuto con la nascita di Alessandro”.

Quindi, la gratitudine per quanti sono stati loro accanto nel percorso: “Ringraziamo tutte le persone che ci hanno accompagnato fino a qui e che speriamo continueranno a starci vicine in questa fantastica avventura: la nostra famiglia, i nostri amici, le famiglie con cui siamo partiti, Cristina, Marco e gli specialisti di Ai.Bi. Siamo profondamente convinti dell’importanza di costruire una rete attorno alla nostra famiglia, con cui confrontarsi e a cui chiedere e offrire aiuto nei momenti importanti. L’adozione internazionale più di ogni altra esperienza ci insegna che non siamo soli al mondo per fortuna e il sostegno e la solidarietà reciproca sono il lievito della società che vorremmo far conoscere ai nostri figli”.