Adozione Internazionale: “Mamma posso fare la doccia con te?”

Quando le coppie temono di dover affrontare comportamenti sessualizzati e vedono “segnali ovunque”, ma i figli chiedono solo di creare familiarità con i nuovi genitori

Lavorando da anni con le coppie che si avvicinano all’adozione internazionale, è facile notare come tra i dubbi e le paure più diffuse ci sia l’ipotesi di avere a che fare con bambini e ragazzini che possono presentare comportamenti sessualizzati o che, in precedenza, abbiano vissuto esperienze di promiscuità, assistito a scene di sesso, oppure, ancora più difficile da comprendere, che siano stati vittime di abusi sessuali.

I legittimi dubbi delle coppie

Quello che le coppie esprimono come duro da accettare, che mette in allarme e imbarazzo, è l’incertezza su come questi bimbi possano avere atteggiamenti sessualizzati nei confronti dei nuovi due adulti che, per loro, diventeranno “mamma e papà”. Ma non è solo il futuro a spaventare, le coppie riferiscono di provare disagio anche solo all’idea che un’anima innocente abbia potuto superare un trauma del genere, sia stato vittima di una violenza così perfida e, di fatto, sia stato raggirato da adulti senza scrupoli che lo hanno trattato come “merce”.
Diversi aspiranti genitori sostengono che, per accogliere bambini o preadolescenti con questo passato alle spalle, è necessario avere una preparazione e una forza per cui non sono attrezzati.

Bambini venuti a contatto con realtà “troppo adulte” per la loro età

Ma, per quanto questo sia un dubbio più che comprensibile, bisogna sempre ricordare, come fanno Servizi ed Enti Autorizzati, che i genitori non sono soli in questo cammino e che esistono strumenti che permettono di avere una preparazione adeguata nella gestione di certi aspetti, anche se bisogna mettere in conto che si debba andare a scavare all’interno delle dinamiche personali e intime di ciascun coniuge relativamente alla propria sfera affettiva e sessuale.
Nelle schede di abbinamento o nei documenti che compongono il fascicolo dei bambini sono sempre indicate informazioni su questo ambito, e chi ha in custodia questi bambini prima dell’adozione si fa carico di indagare e supportare i minorenni nell’affrontare il loro doloroso passato.
Va tenuto presente, però, che tante volte eventuali problemi in quest’ambito avuti in passato dai bambini possono non essere emersi o non essere stati rilevati al momento dell’ingresso in tutela del minore, magari per l’incapacità di leggere i segnali profondi lasciati da vissuti così torbidi, atteggiamenti, pensieri e orientamenti legati al sesso.

Ma non tutti i bambini che fanno certe domande hanno traumi alle spalle

Molto significativa, in tal senso, la testimonianza portata da una madre adottiva durante un informativo di prima conoscenza con Ai.Bi.
“La prima mattina che abbiamo passato insieme, in Colombia, mio figlio mi ha chiesto se poteva fare la doccia con me. Tutti ci avevano avvertiti che i bambini, appena inseriti in famiglia, possono avere comportamenti sessualizzati, provocatori, strani… Così ci siamo subito allarmati che una richiesta di questo tipo potesse nascondere qualcosa di simile. Ma con mio marito siamo rimasti calmi e abbiamo pensato di rispondere affermativamente, anche se io ho rassicurato separatamente il mio compagno che, nel caso avessi percepito imbarazzo o avessi notato qualcosa di strano, lo avrei chiamato perché venisse ad aiutarmi a gestire la cosa.
Il tutto molto tranquillamente e senza allarmismi. Però, nonostante la calma, quando dopo mezz’ora mio marito non mi ha visto ancora uscire dal bagno, ha pensato di venire a bussare e chiedere se fosse tutto ok.
Non ricevendo risposta ha deciso di aprire la porta per capire cosa stesse succedendo: ha trovato il bagno mezzo allagato e noi due a spararci addosso acqua in tutti i modi: con le spugne, le mani, i piedi… una vera e propria ‘battaglia dell’acqua’. Dopo l’iniziale perplessità e le difficoltà nel superare le pozze d’acqua, alla fine anche lui si è unito al gioco, trovandoci nudi, fradici e… con un enorme sorriso di divertimento. È stato un momento che ci ha resi complici e sereni della reciproca nudità e fisicità”.
Una bella storia, questa, che può servire per ricordarci come tante volte siamo noi adulti che temiamo di leggere segnali nascosti in domande che in realtà sono innocenti e poste senza malizia alcune. Siccome nel tempo ci è stato detto di tutto e di più sul tema dei comportamenti sessualizzati di questi bambini provenienti da famiglia inadeguate, tendiamo a vedere “il problema dietro”. Come ha concluso il racconto questa mamma: “In realtà mio figlio voleva giocare con me, voleva finalmente divertirsi con la sua mamma già dal primo incontro. E finalmente vivere la sua infanzia spensierata”.

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati