Adozione Internazionale. “Mio figlio adottivo non mi chiama mamma!”

La psicologa: “All’improvviso la parola più spontanea per un figlio viene caricata di aspettative e timori”

I bambini che si accolgono in Adozione Internazionale attualmente hanno spesso un’età “scolare”, oltre i 6 anni di età, e quindi una storia alle spalle di cui si ricordano, nella quale gli adulti di riferimento, per qualche motivo, hanno fallito il loro compito di cura nei loro confronti. Molto spesso hanno chiamato già qualcuno mamma o papà nella loro vita. Poi arriva una coppia adottiva e viene detto loro che sono arrivati i loro “nuovi” genitori. All’improvviso, una parola che è la più spontanea per un essere umano, la prima che viene imparata dai bambini in tutte le lingue e culture, viene caricata di aspettative e timori, e perde di naturalezza. Tutte le coppie sperano di essere chiamati mamma e papà subito, o il prima possibile.

Ma non tutte le coppie potrebbero dire sinceramente che dentro di loro hanno sentito immediatamente “figlio” quel bambino che hanno accolto. Questo è fisiologico e normale. Ci vuole tempo per costruire un vero senso di appartenenza reciproca. Ci vuole pazienza, nell’accogliere e contenere provocazioni, distanze, rifiuti da parte dei bambini, che sono in realtà terrorizzati. Hanno paura di lasciarsi andare, di lasciarsi amare, di essere di nuovo delusi. Sono bambini feriti, che hanno imparato a non fidarsi, per soffrire il meno possibile.

Adozione Internazionale. Il figlio e il rapporto con i genitori adottivi

Quando i bambini chiamano mamma o papà le coppie adottive già dal primo incontro (e succede spesso) si può immaginare che dipenda più dal loro desiderio, o talvolta da cosa hanno “consigliato” loro gli operatori, più che da un sentimento reale, che ha bisogno di maggiore tempo per essere realmente sperimentato.

Quando invece i bambini iniziano a chiamare per nome le coppie, può sembrare che abbiano maggiore distanza o maggiore paura, ma può non essere così. Inoltre la prima volta che lo fanno, le coppie sono sicure che lo sentono davvero nel cuore. E la gioia che provano è indescrivibile.

I bambini hanno bisogno di potersi fidare, di poter essere consolati, compresi, accuditi, curati, rassicurati.
Ma soprattutto pensati.

Se trovano questo hanno trovato una mamma (o un papà), comunque li chiamino!

Francesca Berti

Psicologa e psicoterapeuta – Ai.Bi. – Amici dei Bambini