Adozione Internazionale. In quali Paesi ci sono i bambini veramente sani?

La definizione di “salute” nell’adozione, oltre la condizione fisica: l’impatto dell’abbandono e dei traumi sui bambini adottati. Ecco le caratteristiche da considerare fondamentali e come prepararsi per affrontare le sfide emotive e fisiche che possono sorgere lungo il percorso dell’adozione

Spettabile redazione di Ai.Bi.,
siamo una coppia che sta facendo una riflessione sull’adozione.
Stiamo iniziando la nostra preparazione leggendo e curiosando in rete e una tra le complessità che ci spaventa maggiormente è lo stato di salute dei bambini in adozione internazionale. Con mia moglie ci chiediamo in quali Paesi si possano adottare dei bambini veramente sani?
Vi ringraziamo del servizio che fate, per noi utilissimo a definire il nostro sogno adottivo.
Michele e Giorgia

Cari Michele e Giorgia,
leggo il vostro messaggio e mi domando quale possa essere la risposta migliore da dare alla vostra domanda non semplice. Sono felice che stiate facendo una riflessione sull’adozione e che stiate iniziando a prepararvi, ci sono tanti bambini che hanno bisogno di una famiglia e i vostri futuri figli vi stanno già aspettando da qualche parte del mondo, fiduciosi che sappiate accoglierli nel modo migliore.
Non esitate a proseguire la vostra preparazione, non fermatevi!

Entrando più nello specifico di quanto chiedete, un’appendice della “Guida alle prassi raccomandate” della conferenza dell’Aja del 2009 tratta della questione dei bambini con “necessità speciali”, in cui vengono identificate quattro categorie di bambini con esigenze particolari.
Tutti i bambini che vengono adottati hanno bisogni diversi, ma tutti possono essere considerati “speciali” in qualche modo. Questi bambini sono generalmente considerati “abbandonati”, poiché possono essere stati allontanati dalla famiglia da un tribunale a causa di inadeguatezze o abusi, oppure possono essere stati abbandonati direttamente in un istituto o in luoghi pubblici come mercati, strade o stazioni. I bambini che vengono adottati vivono attualmente in orfanotrofi, istituti, case famiglia o sono collocati in famiglie affidatarie.

Cosa significa essere “sano”

È davvero salutare per un bambino vivere lontano dall’affetto di entrambi i genitori e affrontare esperienze di abbandono, degrado, maltrattamenti e malnutrizione? Nell’ultimo rapporto statistico annuale della Commissione per le adozioni internazionali, su 680 minori adottati nel 2021, ben 425 presentano uno o più bisogni speciali. Di questi 425 bambini, 128 rientrano nella categoria dei minori che hanno subito traumi significativi, hanno seri problemi comportamentali o soffrono di disabilità fisiche e/o mentali.
Quali caratteristiche dovrebbe avere un bambino abbandonato per essere considerato “sano” dai futuri genitori? Sono solo le esigenze mediche a determinare lo stato di salute di un bambino, oppure rientrano anche l’aver subito traumi, maltrattamenti o abusi?

Le caratteristiche dei minori adottabili

Gli Enti autorizzati e tutti i soggetti che accompagnano le coppie nel processo adottivo possono aiutarle a comprendere le caratteristiche dei minori adottabili. Inoltre, possono preparare le coppie all’accoglienza di eventuali bisogni non menzionati nei documenti ufficiali, ad esempio traumi significativi, abusi o patologie non rilevate al momento della valutazione iniziale. Le coppie possono prepararsi valutando quali servizi locali potrebbero essere importanti per garantire ai loro figli l’accesso a cure adeguate e attente, ad esempio cercando un pediatra competente o avvalendosi di centri che offrono un “protocollo diagnostico-assistenziale” approvato dalla stessa Commissione per le adozioni internazionali nel 2002, al momento del ritorno con i loro figli.

Il percorso verso l’adozione

L’adozione è un’esperienza straordinaria. È importante affrontarla con entusiasmo, con un pizzico di incoscienza, ma anche con consapevolezza, perché queste sono le qualità aggiuntive richieste ai genitori adottivi, oltre alla loro idoneità giudiziaria. Con entusiasmo, perché i vostri figli vi stanno aspettando, anche se non sapete ancora dove, ma un giorno vi chiederanno: “Perché avete impiegato tanto tempo?” e voi non saprete come rispondergli. Con un pizzico di incoscienza, perché se cercate di capire ogni aspetto in anticipo, rischiate solo di restare bloccati nelle questioni puramente burocratiche. Infine, con consapevolezza, perché oltre all’approvazione dei giudici, dovete avere la consapevolezza della bellezza che potete offrire ai vostri figli, della vostra forza, solidità e capacità di accoglierli anche quando, arrabbiati, vi diranno: “Tu non sei la mia mamma!” Ma voi saprete e dovrete rispondere: “Sono qui, sono tua mamma, sono tuo papà e accoglierò la tua sofferenza. Forse oggi non mi vedi come madre o padre, ma per noi sarai sempre nostro figlio”.

Alessandro Cuboni – Responsabile sedi di Ai.Bi. Sardegna

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it