La lezione del Covid: come migliorare in futuro le pratiche di adozione?

L’aumento del numero delle famiglie a rischio di separazione e i ritardi nelle procedure di adozione: l’emergenza sanitaria ha lanciato delle nuove sfide.

L’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus ha portato con sé pressioni economiche e sociali tali, da contribuire all’aumento del numero dei nuclei familiari in difficoltà che, in mancanza di un supporto e di un aiuto preventivo, rischiano la separazione.

L’applicazione delle necessarie misure di sicurezza, in risposta alla pandemia, ha anche rallentato le pratiche di adozione e costretto all’utilizzo di procedure sostitutive (i colloqui da remoto e le viste da remoto sostitutive delle visite domiciliari) per poter continuare a garantire ai minori soli e abbandonati istituzionalizzati, il loro diritto a crescere in famiglia. La chiusura delle frontiere ha creato numerosi ostacoli all’adozione internazionale portando ad un’estensione del periodo di attesa. Pensando sempre di mettere al centro i bisogni dei bambini e il loro diritto ad una situazione familiare stabile, questo tempo deve essere sfruttato per una migliore preparazione sia del bambino che della nuova famiglia.

Una collaborazione tra gli Stati si rende più che mai necessaria in questo difficile momento, per garantire che l’adozione sia realmente nell’interesse del bambino e per fermare pratiche illegali, inoltre, le autorità di competenza devono tenere conto delle nuove necessità nella riallocazione delle risorse.

Possono i colloqui a distanza sostituire le visite a casa? 

Uno dei quesiti principali davanti al quale, l’emergenza sanitaria ci ha messo di fronte è l’efficacia dei colloqui da remoto che per necessità in molti casi sono andati a sostituire le normali visite nelle case delle famiglie in difficoltà e gli incontri con i parenti prossimi dei minori, per valutare quale sostegno fornire o nei casi estremi, decidere per l’affido o l’adozione dei bambini in situazioni a rischio.

Anche per rispondere a questa domanda, non dobbiamo mai dimenticarci di mettere al centro i bisogni e le necessità dei bambini, che devono essere considerate una priorità nell’immediato presente. Le situazioni di rischio devono essere tempestivamente valutate e gli aiuti preventivi alle famiglie sono fondamentali per evitare una separazione finché è possibile.

Gli sforzi devono essere sempre concentrati nel trovare un luogo sicuro per l’accoglienza dei minori ed evitare situazioni di istituzionalizzazione a tempo indeterminato, qualsiasi misura e nuova tecnologia che possa efficacemente aiutare nel raggiungimento di questo scopo deve essere tenuta in considerazione, evitando azioni che ostacolino il reintegro nelle famiglie, l’affido o l’adozione.

Dalla rivista dell’Inernational Social Service e dell’International Reference Centre for the Rights of Children Deprived of their Family (ISS/IRC). Settembre 2020.