Adozione nazionale.”Accompagnarli fino al necessario per poi non esserci più”… così da un fallimento nasce una nuova vita

Adozione, una parola, tante storie. Oggi Ai.Bi. ne raccoglie un’altra, raccontata da Valentina, che ha seguito “dall’esterno” il percorso di adottabilità di un piccolo accolto in comunità mamma bambino e poi lasciato alle cure di un’altra mamma e un altro papà… che sono arrivati, a braccia aperte.

Si arricchisce di un’altra storia meravigliosa, la mini-rubrica di Ai.Bi. che racconta il punto di vista degli operatori dell’Associazione che, ogni giorno, si battono per il diritto dei minori e si emozionano al loro rientro in famiglia. La storia di oggi la racconta Valentina; è un po’ “sui generis”, perché più che di un’adozione internazionale, racconta di una adozione nazionale. Comincia con l’accoglienza di Armando, 4 anni, e di sua mamma, in comunità mamma-bambino, fino al successivo inserimento in casa famiglia. Perché?

La madre non è riuscita a portare a termine il suo percorso educativo, decidendo di lasciare la comunità e con essa anche il piccolo ma… il lieto fine è sempre dietro l’angolo, quando si parla di adozione.Dopo quasi un anno in cui non ha avuto alcun contatto con la sua famiglia, Armando viene dichiarato adottabile e fa la conoscenza dei due omoni che gli avrebbero dato una mamma e un papà per sempre, i “giudici dei piccoli”.
Sono stati proprio loro che, dopo qualche settimana, hanno rivisto Armando insieme a due persone che hanno detto “Si” proprio ad Armando: mamma e papà.
Armati di un peluche gigante e di gioia nel cuore, finalmente, l’incontro: “Ciao Armando, sono la mamma.”

La magia dell’incontro … iniziato ancora prima di conoscersi  – scrive Valentina – Armando che prepara un disegno come regalo alla sua mamma e papà, disegnando una figura uguale a come è realmente la sua mamma.”

La sua mamma e il suo papà che ancora prima dell’abbinamento si immaginavano di essere chiamati per un bimbo di 4 anni, nato ad agosto”.

Lui, dice Valentina, li chiama già mamma e papà: “penso anche a noi, a noi che operiamo, lavoriamo per questi bambini e fondamentalmente crediamo per loro e in loro.  Anche per noi sento la magia. Assistere alla magia, condividendola,  ci rimotiva e da un senso anche alle fatiche. Accompagnarli fino al necessario per poi non esserci più. Non esserci più perché hanno trovato finalmente il loro posto nel mondo.”

Un altro piccolo miracolo si è compiuto e ad Armando è stato restituito il suo diritto ad avere una mamma e un papà e sentirsi, finalmente, figlio.