Adozione. Un padre non abbandona mai i propri figli: “staremo al suo fianco fino all’ultimo respiro”

Oggi sperimentiamo sulla nostra pelle che quello del genitore è davvero il mestiere più difficile del mondo. Non facciamo che chiederci dove abbiamo sbagliato, sapendo che la risposta non arriverà mai.”

Un bambino dal cuore grande che si divertiva a dividere le sue patatine con i senza tetto solo per sentirsi dire “Che Dio ti benedica”, diventa un adolescente in tumulto che frequenta compagnie sbagliate.

Un giorno, all’uscita della sua scuola, un compagno viene raggiunto da un pugno in piena faccia, talmente forte da fargli saltare i denti e rompergli il setto nasale. Alcuni studenti assistono alla scena e riconoscono l’aggressore, ma nessuno parla.

La mamma della vittima sfoga il suo dolore sui social. Il papà dell’adolescente, protagonista della nostra storia, spera con tutto il cuore che il giovane che ha sferrato il pugno non sia suo figlio. Glielo chiede una volta… lui nega. Poi, un giorno confessa: “Sono stato io”.

Massimo Gramellini, nella sua “Buonasera”, all’interno della trasmissione “Le Parole”, andata in onda su RAI 3, racconta la reazione di un padre, alla confessione di suo figlio, dando vita in modo davvero emozionante alle sue parole.

Dona la sua voce alla storia di un papà adottivo fuori dagli schemi (di oggi). Coraggioso. Combattivo. Un papà che non abbandona i propri figli nel momento della tragedia. Un papà che seppure compiendo una scelta faticosa, lacerante, dura, educa, in questo modo, alla vita il proprio ragazzo insegnandoli cosa sia la rettitudine, la responsabilità. Educandolo, in poche parole, ad essere uomo (seppure minorenne).

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Quando mio figlio che ha 16 anni – racconta Massimo Gramellini, dando vita alle parole del coraggioso papà- mi ha detto, papà sono stato io, mi è crollato il mondo addosso. Ho ripensato alla storiaccia di cui tutto il mio paese Castrolibero, (Cosenza- Calabria) parla da due settimane”.

 Adozione. Un figlio nato in Colombia, dagli occhi grandi

Un figlio, adottato nel 2009, in Colombia, quando aveva solo 4 anni, assieme alle sue due sorelline, di cui l’uomo e sua moglie si sono innamorati a prima vista, conquistati dai suoi enormi bellissimi occhi, che li avevano scelti. “Avevamo pochi soldi e tantissimo amore e l’appoggio di altre 8 famiglie della nostra parrocchia”.

Aveva le scarpe al contrario– racconta– la sinistra nella destra e la destra nella sinistra. Ci dissero che era l’unico modo perché non passasse la giornata a tentare di scappare. È sempre stato ipercinetico e anche un po’ scombussolato. Ma capace di una generosità commovente. Quando gli compravamo le patatine le voleva dividere con i senza tetto che incontrava per strada. E quando gli chiedevamo ma perché lo fai, rispondeva perché mi piace sentirmi dire che Dio ti benedica”.

Ora quel bambino dal cuore grande è cresciuto, è diventato adolescente e i suoi genitori si interrogano: “Abbiamo cercato di educarlo ai valori che sono il fondamento della nostra esistenza: l’accoglienza, la correttezza e il senso di responsabilità. Oggi sperimentiamo sulla nostra pelle che quello del genitore è davvero il mestiere più difficile del mondo. Non facciamo che chiederci dove abbiamo sbagliato, sapendo che la risposta non arriverà mai.”

Loro figlio si è rivolto a loro chiedendo aiuto e loro non lo abbandoneranno mai, “staremo al suo fianco fino all’ultimo respiro, perché un genitore non abbandona mai i propri figli”.

Ma lo faranno nel modo più importante e più difficile, seguendo l’etica dei propri valori: rettitudine, responsabilità: “abbiamo deciso di accompagnarlo da un avvocato e poi dai carabinieri, affinché si auto denunciasse, perché riteniamo giusto che impari ad assumersi le sue responsabilità e a rispondere delle sue scelte e delle sue azioni, sebbene sia ancora un minorenne, nella speranza che questa tempesta faccia di lui e di noi delle persone migliori”.

Quando penserò a come dovrebbe essere un padre -conclude Massimo Gramellini non nascondendo un filo di emozione –io penserò a lui…”

Essere padre a volte è un percorso faticoso, è una missione, è un valore.  La paternità non ha origini biologiche, l’essere padre proviene solamente dal cuore.