L’infanzia calpestata da Silvia Della Monica. Giovanardi: “Il sottosegretario Andrea Olivero mi rispose che in CAI era tutto regolare”

Ci sono voluti oltre tre anni perché il governo italiano prendesse atto dei disastri commessi alla Commissione adozioni internazionali (Cai) dall’ex vicepresidente Silvia Della Monica. Lo scorso martedì (12 settembre ndr) si è svolta la prima riunione della commissione, successiva all’ultima tenuta il 27 giugno 2014, alla presenza del premier Paolo Gentiloni. Sull’argomento torna La Verità in un articolo a firma di Marco Guerra oggi, 15 settembre che riportiamo nella sua versione integrale.

Con un atto senza precedenti, l’organo collegiale, che ricade sotto la presidenza del Consiglio, in un comunicato stampa pubblicato sul sito della Cai ha elencato tutte le irregolarità commesse dalla Della Monica, ex magistrato al Tribunale di Firenze ed ex senatrice del Partito democratico, decaduta in giugno dopo tre anni di gestione monocratica, in cui la mancata convocazione della Commissione ha portato al crollo delle adozioni (dalle 4000 del 2011 alle 2000 degli ultimi anni) é allo stallo operativo di tutti gli uffici.

Nella nota diffusa dopo la riunione si afferma che per quanto riguarda la “precedente gestione dell’ex vice- presidente, si è fornita ampia documentazione a tutti i commissari attestante numerose irregolarità”. Si parla di anomalie sui importanti documenti protocollati: “Si è rilevato tra l’altro, in diversi casi, la mancata corrispondenza tra numeri di protocollo assegnati ai documenti e i documenti stessi, nonché l’assenza di numerosi allegati pur in presenza del numero di protocollo relativo”.

E ancora si sottolinea la necessità di riattivare la “Linea Cai, l’attività di monitoraggio e analisi e, tra l’altro, il supporto tecnico alle attività intemazionali”. Basta pensare, infatti, che la vice-presidente Della Monica non ha nemmeno aperto le email giunte alla casella istituzionale dall’agosto del 2016 al giugno 2017. La riattivazione della posta elettronica si è avuta solo con l’arrivo della nuova vicepresidente della Cai, Laura Lae-ra.

Ma non è finita qui. Si legge anche che “la Commissione ha altresì deliberato di sottoporre a verifica tutti gli enti autorizzati a partire da quelli con plurime segnalazioni e/o altre rilevanti criticità, ritenendo pertanto assorbiti in tale decisione i provvedimenti monocratici della dottoressa Silvia Della Monica dello stesso tenore, considerato che da diversi anni non vengono effettuati controlli sugli enti, come invece previsto dal citato articolo».

Insomma viene confermata la gestione opaca nel rapporto con alcuni enti accreditati per le pratiche di adozione, di cui ha riferito La Verità nei mesi scorsi. Questa gestione catastrofica è ricaduta sui bambini del Terzo mondo in attesa di una famiglia. Il capitolo degli accordi bilaterali è forse quello più disastroso.

Ulteriore conferma arriva sempre dal comunicato della Cai: “Quanto agli accordi bilaterali sottoscritti dalla ex vicepresidente con i Paesi Burundi, Regno di Cambogia, Cina e Cile, di cui allo stato non sono stati neppure reperiti gli originali e a cui non è stato dato alcun seguito effettivo, si è valutata l’opportunità di attivare i canali diplomatici per verificarne l’attualità, stante il tempo trascorso dalla loro stipula”.

Infine c’è la questione dei rimborsi. Circa il 50% delle spese sostenute dalle coppie per adottare un bambino dovrebbero infatti essere risarcite dal governo. Ad oggi sono fermi al 2011 e non ci sono fondi per liquidare le pratiche concluse dal 2012 in poi, cosi recita la nota della Commissione: “Si è ribadita la volontà di procedere in tempi ragionevolmente rapidi alla liquidazione dei rimborsi delle spese sostenute dalle coppie adottive del 2011, a cui seguiranno controlli a campione sulle autocertificazioni allegate”.

Ma perché il governo è intervenuto solo ora? Il disastro era annunciato da al- meno un anno da alcuni organi di stampa. La trasmissione televisiva Le Iene dedicò alla vicenda più di un servizio. E tra i primi a denunciare la malagestione della Della Monica fu l’avvocato Simone Pillon, ex membro della commissione, che nel febbraio scorso ha tenuto una conferenza stampa in Senato in cui fu dato conto di tutte le irregolarità.

Resta la gioia nel vedere che prima o poi la verità viene a galla” dice ora Pillon. Sentito dalla Verità, Pillon ricorda anche che “oltre a una responsabilità politica, se risultasse l’inesistenza degli accordi con i Paesi terzi, così come indicato dal comunicato, si aprirebbe pure una responsabilità contabile della precedente gestione”. Si toglie qualche sassolino dalle scarpe anche l’ex presidente della Cai, Carlo Giovanardi che nel 2016 presentò un’interpellanza parlamentare sulla gestione dell’organismo. “Il sottosegretario Andrea Oliviero”, dice Giovanardi alla Verità, “mi rispose che era tutto regolare. D’altra parte tutto il Pd fece quadrato attorno alla Della Monica. Trovo assurdo – aggiunge – che non sia ancora stata aperta un’inchiesta dalla magistratura”. Marco Griffini, presidente di Ai.Bi (tra gli enti più radicati e attivi per le adozioni internazionali) saluta la fine di “un’era oscurantista” ed esorta un rilancio delle attività per rispondere all’attesa di migliaia di bambini pronti a essere accolti dalle famiglie italiane.

Fonte: La Verità