Adozioni internazionali. Di Biagio (Ap) “L’avvaloramento dell’inchiesta de L’espresso da parte di Della Monica (vicepresidente Cai) è un passaggio incauto che rischia di causare un inutile quanto dannoso caso diplomatico con il Congo”

aldo-di-biagio1L’avvaloramento dell’indagine de L’Espresso in una sede istituzionale quale la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e da parte di una figura di rilievo quale la Vice Presidente della CAI, Silvia Della Monica, “rappresenta un passaggio quantomeno incauto e carico di significato, che rischia di suscitare un inutile quanto dannoso caso diplomatico”; la non presa in considerazione della smentita messa per iscritto dalle autorità congolesi dei fatti che oltre a deprecare come false le ipotesi elaborate da L’Espresso parlano di “fatti mai esistiti“; la sanzione da parte delle stesse autorità congolesi per “agitazioni provocate” dall’allora Presidente della CAI, attraverso referenti della CAI in territorio congolese; il comportamento tenuto in sede di Audizione dalla Presidente della CAI “che lascia perplessi” e la dubbia affidabilità di alcuni personaggi, quali ad esempio la Sig.ra Bènedicte Mujawimana. Questi sono i punti cruciali dell’intensa e particolareggiata interpellanza urgente che il senatore Aldo Di Biagio (Area Popolare) ha depositato oggi 19 ottobre.

L’atto, indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro per i Rapporti con il Parlamento e al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, chiede chiarimenti sulla delicata questione delle adozioni internazionali in Repubblica Democratica del Congo e sulle dichiarazioni rese dalla Vicepresidente della CAI in sede di audizione in Commissione Giustizia alla Camera lo scorso 12 ottobre.

Tutta questa vicenda merita chiarezza – scrive nell’interpellanza Di Biagio – perché in tema di adozioni l’interesse prioritario deve essere sempre quello del minore”.

“Lascia ulteriormente perplessi – continua il senatore Di Biagio –  dunque il comportamento tenuto in sede di Audizione dalla Presidente della CAI che, pur essendo evidentemente a conoscenza dei fatti nella loro completezza, inclusa la autorevole smentita da parte del Presidente del Tribunale dei Minori di Goma, ha inteso avvalorare discutibili elucubrazioni giornalistiche piuttosto che attenersi alla realtà dei fatti o comunque ad un atteggiamento di maggiore e prudenziale cautela che sarebbe stato sicuramente più apprezzabile”

E’ opportuno evidenziare chele medesime tesi sono state esplicitamente categorizzate come “dichiarazioni false e menzognere – precisa – caratterizzate da “deficit di informazione e malafede” anche dal Procuratore del Tribunale di Grande Istanza di Goma nella nota inviata il 30 agosto u.s. all’Ambasciatore d’Italia a Kinshasa, all’articolista de L’Espresso nonché al direttore del medesimo Giornale”.

Riportiamo il testo integrale dell’interpellanza.

Interpellanza Urgente

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministro per i Rapporti con il Parlamento

Al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Per sapere, premesso che:

il comparto adozioni internazionali, già fiore all’occhiello della solidarietà di cui è capace l’Italia che infatti risulta essere tra i primi paesi nel mondo per numero di procedure adottive – seconda solo agli Stati Uniti d’America -, si trova in situazione di grave criticità. Per quanto dal 2014 al 2015 si possa registrare una timidissima flessione in rialzo, il crollo del numero di procedure adottive ha subito infatti un calo prossimo al 50% dal 2010 al 2015: un dato che meriterebbe approfondimenti mirati per delineare opportune strategie operative di reale presa in carico;

sebbene il trend negativo riguarda il sistema a livello mondiale, non si può fare a meno di rilevare che ogni Paese ha le sue specificità da risolvere, che in Italia fanno capo anche alle lacune e anomalie normative del sistema che stentano a trovare quella revisione e armonizzazione richiesta da anni e per la quale sono depositate nei due rami del parlamento numerose proposte legislative, al fine di rendere pienamente efficace un’esperienza di solidarietà che in molti casi si rivela un percorso a ostacoli dai costi proibitivi per le famiglie adottive;

il quadro di generale sofferenza del comparto è stato reso ancor più critico da un’impasse che sembrerebbe aver interessato la Commissione Adozioni Internazionali, dal 2013 al 2016, e che si è manifestata nei tratti di una mancanza di collegialità e carenza di comunicazione e più in generale una dinamica gestionale che ha alimentato perplessità e che è stata posta all’attenzione dei parlamentari di tutti gli schieramenti non solo dagli operatori del comparto ma anche e soprattutto dalle famiglie adottive e dai loro coordinamenti ;

le anomalie gestionali, che hanno caratterizzato la CAI e fra le quali risalta ab origine la sovrapposizione della Presidenza e della Vicepresidenza, dal 2013 al giugno 2016, in una sola persona – la dott.ssa Silvia Della Monica – sono state oggetto di numerosi atti di sindacato ispettivo focalizzati anche sulle inevitabili conseguenze di tali criticità gestionali, non ultima la mancata convocazione della Commissione stessa che si è riunita un’unica volta durante tre anni, che hanno avuto riflessi considerevoli su tutto il comparto, ma anche nel contesto dei rapporti internazionali tra l’Italia e i partner stranieri;

in sede di audizione presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, lo scorso 12 ottobre, la dott.ssa Della Monica ha inteso evidenziare come la mancanza di collegialità e la gestione, di fatto, monocratica della Commissione negli ultimi anni fosse da ascrivere alla presenza di un conflitto di interessi interno ala commissione, per cui uno dei 22 commissari, il forum delle associazioni familiari, avendo nel suo direttivo il rappresentante di un ente di adozione, avrebbe mancato nel requisito di terzietà rispetto alle decisioni eventualmente prese;

fermo restando i dubbi circa l’efficacia della normativa che non consente di superare una simile banale circostanza, bloccando per tre anni un organismo di 22 elementi per le criticità di uno solo di essi, tale anomalia – che peraltro non sarebbe un unicum all’interno di un organo in cui Presidente e Vicepresidente sono la stessa persona – avrebbe di fatto nuociuto al principio di collegialità alla base della Commissione, rendendone impossibile l’esercizio di quella “pienezza di funzioni” che la stessa Vice Presidente Della Monica ha avuto modo di evidenziare quale “presidio pubblico a tutela dei diritti dei minori” nella sede citata;

in sede di audizione sono state altresì riferiti fatti e circostanze molto gravi che avrebbero interessato le adozioni nella Repubblica Democratica del Congo, che meriterebbero un ulteriore approfondimento nelle sedi competenti e che destano numerose perplessità, laddove si è riferito di un supposto “traffico di bambini”, richiamando esplicitamente un’inchiesta condotta da L’Espresso attraverso una serie di articoli usciti prima dell’estate e sposandone le tesi con l’affermazione esplicita: “l’inchiesta pubblicata da Fabrizio Gatti su L’Espresso riporta fatti gravissimi di cui la Commissione è pienamente consapevole”;

l’avvaloramento dell’indagine de L’Espresso in una sede istituzionale quale la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e da parte di una figura di rilievo quale la Vice Presidente, già Presidente, della CAI rappresenta un passaggio quantomeno incauto e carico di significato, che rischia di suscitare un inutile quanto dannoso caso diplomatico, poiché la citata sedicente inchiesta giornalistica condotta da L’Espresso, avrebbe coinvolto con gravose e ingiustificate insinuazioni relative a un presunto comportamento criminale lo stesso Presidente del Tribunale dei Minori di Goma, il magistrato Charles Wilfred Sumaili Kanyongolo;

a tali insinuazioni avrebbero fatto seguito due note dello scorso agosto, l’una dello stesso Presidente del Tribunale per i Minorenni di Goma, l’altra del Procuratore Generale di Goma Daniel Saleh Katamea, nelle quali, oltre a deprecare come false le ipotesi elaborate dalla testata parlando altresì di “fatti mai esistiti”, si fa viceversa esplicita sanzione di “agitazioni provocate” dall’allora Presidente della CAI, attraverso referenti della CAI in territorio congolese, stigmatizzando un comportamento negativo da parte di tali referenti della CAI fatto di “assalti ai Centri ed orfanatrofi” posti sotto la tutela del Presidente del Tribunale dei Minori di Goma, in aperta violazione della sovranità e della legge congolese;

la sopraccitata nota del Presidente del Tribunale dei Minori di Goma, nel menzionare comportamenti apertamente illeciti adottati dalla CAI in territorio congolese evidenzia il fatto che in un secondo momento “a partire dal maggio 2016” la Commissione abbia deciso di “ritornare alla legalità” intraprendendo i percorsi previsti dalla normativa vigente e in particolare il confronto con le autorità competenti sul territorio, nello spirito di collaborazione tipico del partenariato vigente, che ha consentito al Tribunale di procedere con l’ordinanza 1669/2016 del 20 maggio 2016 sbloccando alcune pratiche adottive e consentendo ai minori adottati di venire in Italia: un positivo risultato che attende di essere completato attraverso l’invio al Tribunale medesimo dei rapporti trimestrali post-adozione per ciascun bambino;

è opportuno evidenziare che tra i destinatari della nota di chiarimento da parte del Presidente del Tribunale dei Minorenni di Goma, datata 13 agosto e tesa a sconfessare punto per punto le presunte evidenze fornite da L’Espresso – qualificate come “accuse infamanti” – e la stessa dinamica degli eventi citati figuravano, tra gli altri, la stessa CAI, oltre al Primo Presidente della Corte d’Appello del Nord-Kivu a Goma, all’Ambasciatore d’Italia a Kinshasa e agli enti coinvolti nei racconti de L’Espresso;

lascia ulteriormente perplessi dunque il comportamento tenuto in sede di Audizione dalla Presidente della CAI che, pur essendo evidentemente a conoscenza dei fatti nella loro completezza, inclusa la autorevole smentita da parte del Presidente del Tribunale dei Minori di Goma, ha inteso avvalorare discutibili elucubrazioni giornalistiche piuttosto che attenersi alla realtà dei fatti o comunque ad un atteggiamento di maggiore e prudenziale cautela che sarebbe stato sicuramente più apprezzabile;

è opportuno evidenziare che le medesime tesi sono state esplicitamente categorizzate come “dichiarazioni false e menzognere” caratterizzate da “deficit di informazione e malafede” anche dal Procuratore del Tribunale di Grande Istanza di Goma nella nota inviata il 30 agosto u.s. all’Ambasciatore d’Italia a Kinshasa, all’articolista de L’Espresso nonché al direttore del medesimo Giornale;

è opportuno ricordare che la vicenda delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo, già oggetto di numerosi atti di sindacato ispettivo da parte dello scrivente e di numerosi altri colleghi, ha suscitato numerose perplessità proprio in relazione alla gestione delle numerose problematiche che hanno caratterizzato la crisi congolese dove, a partire dal 25 settembre 2013, erano in vigore in RDC norme di sospensione di tutte le operazioni legate all’adozione internazionale e alle autorizzazione di uscita dei minori adottati di cui alla lettera n. 06/DG/DGM/1330/DCPF/155/013 della Direzione Generale della Migrazione;

pur apprezzando l’esito, in ultima istanza, felice della vicenda congolese, non si può fare a meno di segnalare la gravità delle dinamiche che l’hanno contraddistinta e continuano a contraddistinguerla, anche per l’atteggiamento poco chiaro della stessa CAI in merito, che alla luce delle evidenze sopraesposte rischia di generare un caso diplomatico di non secondaria rilevanza, con particolare riferimento alla violazione della sovranità del Paese partner, alla totale mancanza di rispetto delle più elementari regole di diplomazia internazionale e al coinvolgimento di referenti, per la CAI, che agli occhi del Presidente del Tribunale dei Minori di Goma risulterebbero di dubbia affidabilità, quali ad esempio la Sig.ra Bènedicte Mujawimana, già oggetto di atti di sindacato ispettivo da parte dell’interrogante volti a chiarire le poco trasparenti dinamiche legate all’operato della stessa;

desta peraltro forte perplessità la totale assenza, in tutti i tasselli del quadro sopra definito, di un pur minimo riferimento ad un eventuale coordinamento con la rappresentanza diplomatica d’Italia in sede locale: un dato che deve portare a riflettere necessariamente anche sull’equilibrio delle rappresentanze e delle competenze in seno alla CAI, nonché sul coinvolgimento e coordinamento efficace in sede operativa con le rappresentanze diplomatiche dell’Italia all’estero anche al fine di pregiudicare i rapporti di partenariato, aggravando ulteriormente situazioni potenzialmente delicate;

per quanto riguarda la configurazione normativa, D.P.R. 8 giugno 2007, n. 108, la CAI fa capo ex lege alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al suo interno la presenza del MAE è coinvolta solo nel numero di uno fra i 22 membri della stessa: un dato evidentemente stridente con il fatto che, in sede locale, le competenze di gestione dei rapporti e cooperazione sono incardinate preso la rete diplomatica;

tutto il quadro sopra delineato deve portare a riflettere in generale sull’opportunità, anche alla luce del recente avvicendamento ai vertici della CAI ufficializzato lo scorso 21 giugno, di aprire una nuova sorta di stagione fondativa dell’adozione internazionale che, nel confronto aperto e propositivo con tutti gli attori coinvolti nelle diverse dimensioni dell’adozione internazionale – famiglie, Commissione, MAE ed enti accreditati – consenta di riprendere le fila di quella sinergia che deve necessariamente fare da sfondo alla solidarietà nei confronti del minore abbandonato per renderne pienamente effettivi gli obiettivi di tutela;

in sede di audizione presso la Camera dei Deputati, lo scorso 20 luglio, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento con delega in materia di adozioni internazionali e pari opportunità Maria Elena Boschi, in qualità di nuovo Presidente della CAI, ha evidenziato l’intento di convocare la Commissione entro il mese settembre, riprendendo altresì “un rapporto di maggior confronto, collaborazione e periodicità anche con gli enti” e tuttavia tale convocazione della Commissione ancora non sembra profilarsi all’orizzonte-:

se siano a conoscenza di quanto evidenziato in premessa;

se non ritengano opportuno riferire circa il contento delle sopraccitate note, del 13 e 30 agosto u.s., quantomeno ai referenti della Commissione Giustizia della Camera al fine di garantire loro una maggiore completezza di informazioni sulle problematiche evidenziate;

quali iniziative abbiano intenzione di attivare per rettificare le spiacevoli situazioni evidenziate in premessa e garantire il prosieguo di positivi rapporti di collaborazione e partenariato con la Repubblica Democratica del Congo, segnatamente in tema di adozioni internazionali evitando l’aggravarsi di un caso diplomatico;

se non si ritenga opportuno convocare quanto prima la Commissione e avviare nuova stagione fondativa dell’adozione internazionale che, nel confronto aperto e propositivo con tutti gli attori coinvolti nelle diverse dimensioni dell’adozione internazionale – famiglie, Commissione, MAE ed enti accreditati – consenta di riprendere le fila di quella imprescindibile sinergia che deve fare da sfondo alla solidarietà nei confronti del minore abbandonato per renderne pienamente effettivi gli obiettivi di tutela.

Il quadro sopra delineato deve portare a riflettere in generale sull’opportunità, anche alla luce del recente avvicendamento ai vertici della CAI ufficializzato lo scorso 21 giugno, “di aprire una nuova sorta di stagione fondativa dell’adozione internazionale che, nel confronto aperto e propositivo con tutti gli attori coinvolti nelle diverse dimensioni dell’adozione internazionale – famiglie, Commissione, MAE ed enti accreditati – consenta di riprendere le fila di quella sinergia che deve necessariamente fare da sfondo alla solidarietà nei confronti del minore abbandonato per renderne pienamente effettivi gli obiettivi di tutela”.

Guarda qui l’interpellanza urgente pubblicato sul sito del senato della Repubblica.