Adozioni internazionali e pagamenti in contanti. Linee guida Aja consentono di metterli al bando: perché in Italia non sono fatte rispettare ?

Tra i punti ‘magici’ su cui sono orientate le buone prassi dettate dalle Linee Guida in merito alla Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori c’è – al primo posto – assicurare la trasparenza dei costi, specificare gli onorari dei professionisti, i contributi e le donazioni. Un prontuario essenziale che in Italia fa ancora fatica ad essere rispettato

Tra quanto espressamente indicato dalle Linee Guida, infatti, c’è pure la richiesta ai Paesi di “prevedere un metodo di facile accesso che permetta alle coppie e agli altri attori di segnalare ogni tipo di abuso, anche in forma anonima”. La riattivazione del numero verde della CAI può essere un’opportunità?

La riattivazione, lo scorso 12 febbraio, del numero verde della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) – autorità centrale italiana deputata a sorvegliare il corretto svolgimento delle procedure per l’adozione internazionale nel nostro Paese e a monitorare il rispetto delle linee guida nazionali e relative alla Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori – potrebbe essere una buona notizia sul fronte del ritorno a livelli di trasparenza e rispetto del diritto riguardo alle procedure di adozione internazionale in Italia. L’Aja, infatti, nelle sue Linee Guida, attuative della Convenzione sulla protezione dei minori, aveva chiesto ai Paesi di “prevedere un metodo di facile accesso che permetta alle coppie e agli altri attori di segnalare ogni tipo di abuso, anche in forma anonima”.

Una parte della crisi che questo ambito si trova, in effetti, ad affrontare a livello globale potrebbe trovare delle utili risposte proprio grazie alla possibilità concreta che le coppie che hanno scelto questo percorso di genitorialità possano segnalare all’autorità centrale eventuali irregolarità percepite o riscontrate durante un iter adottivo.

Su tutte, l’opacità nei meccanismi di pagamento e nell’indicazione dei costi per l’adozione, oltre all’assenza di chiarezza rispetto agli onorari dei professionisti, i contributi e le donazioni. E, in effetti, tra le ‘buone prassi’ delle Linee Guida sono indicati: rilasciare informazioni complete, precise e aggiornate; garantire che le informazioni raccolte siano largamente diffuse; informare dettagliatamente le coppie dell’insieme dei costi, degli onorari, dei contributi prima dell’inizio della procedura adottiva e proporre loro un piano di pagamenti e dare informazioni riguardanti le penalità in caso di interruzione della procedura adottiva e i relativi rimborsi, fornendo uno schema scritto dei pagamenti per ogni procedimento adottivo; assicurarsi che tutti i pagamenti siano effettuati tramite bonifico bancario verso un conto ben definito, vietando i pagamenti in contanti e assicurandosi che avvengano tramite l’ente autorizzato e non direttamente dalle coppie; garantire che tutti gli importi percepiti siano stati destinati alla procedura di adozione internazionale e promuovere la cooperazione tra Stati membri per garantire la trasparenza.

Accanto a questo, le Linee Guida dell’Aja sulle adozioni internazionali specificano pure la necessità di contenere costi e onorari entro termini ragionevoli in raffronto ai servizi forniti e fissare norme di remunerazione, ma pure dedicare un tempo sufficiente nel corso degli incontri di informazione e preparazione con i futuri genitori adottivi ad approfondire gli aspetti finanziari legati all’adozione internazionale e alle possibili pratiche illecite, adottando un approccio “più preventivo che reattivo” e assicurandosi “che la situazione finanziaria di tutti gli enti autorizzati sia soggetta al controllo delle autorità competenti del proprio Stato”, ove necessario anche mediante un “audit esterno annuale”. E laddove dovessero evidenziarsi situazioni irregolari, l’extrema ratio non potrà che essere la previsione di “sanzioni efficaci che riguardino tutte le violazioni in materia di profitto materiale indebito senza limitarsi ai reati più gravi, penalizzino tutte le persone, le autorità e le organizzazioni coinvolte nella violazione” e, infine, “siano proporzionate alla violazione pur essendo abbastanza severe per avere un effetto deterrente”.

Certamente, ce n’è ancora di strada da fare verso la garanzia di una reale trasparenza finanziaria nel settore dell’adozione internazionale. Ma ciò che conta è essere consapevoli che si tratta di un viatico che passa inesorabilmente e inevitabilmente per il rispetto di tutte queste prescrizioni.