Adozioni internazionali. Russia. Il momento magico dell’abbinamento. “Quando ci hanno fatto vedere la sua foto non abbiamo avuto dubbi. Era per lui che avevamo deciso di adottare”

adozioni-bielorussia11Quando ci hanno fatto vedere la foto di Victor (nome di fantasia ndr) non abbiamo avuto dubbi. Era per lui che avevamo deciso di adottare. E’ una sensazione strana: è come se avessimo deciso davvero di adottare solo dopo averlo guardato negli occhi, fosse anche attraverso una fotografia” A parlare è papà Giacomo che insieme alla moglie Anna (entrambi nomi di fantasia ndr) hanno appena fatto il primo viaggio in Russia per andare a conoscere Victor “loro figlio” come amano già chiamarlo.

Per quanto Giacomo e Anna siano ancora nel pieno del percorso adottivo e vivano lontano da loro figlio, ancora in istituto, già si sentono una famiglia.

 Sono diventato suo papà nell’istante in cui ci è stato proposto l’abbinamentocontinua Giacomo – con questo bambino dallo sguardo vivace e furbissimo. In pochi secondi io e mia moglie stiamo stati assaliti da una tempesta di emozioni che se non si provano è difficile da rendere a parole: scatta qualcosa dentro di te che ti fa riconoscere in quell’immagine sulla fotografia, tuo figlio, quel bambino che hai sempre sognato e cercato e che finalmente ha un volto”.

“Per questo amo dire che dopo averlo visto ed esserci innamorati di lui – aggiunge –, abbiamo deciso di adottare. Era lui e ci stava aspettando”

 Poche sono le coppie che, per “scaramanzia” parlano della loro adozione quando questa è ancora in corso forse per paura che possa non andare a buon fine, ma Giacomo e Anna la pensano diversamente e vogliono condividere con le altre coppie le emozioni dell’attesadi questo momento lungo che ancora ci separa da nostro figlio, che ancora ci separa dal poter vivere tutti sotto lo stesso tetto

Giacomo e Anna hanno già fatto il primo viaggio: sono andati a trovare il loro Victor lo scorso febbraio “dopo una decina di secondi di diffidenza si è buttato tra le mie braccia: la figura paterna e maschile credo sia quella che gli manchi maggiormente”.

“Victor ha 7 anni e ha capito da subito chi siamo – precisa – per quanto all’inizio gli era stato detto semplicemente che delle persone andavano a trovarlo. Probabilmente vedendo quanto ad altri bambini era accaduto prima di lui, ha capito che finalmente era arrivato anche per lui il ‘momento’ di avere dei genitori tanto è vero che mentre era con noi intento a giocare, si è avvicinato un altro bambino e lui in russo lo ha allontanato “difendendo” ciò che era suo, ovvero noi. Quelli erano la sua mamma e il suo papà e lui non li avrebbe divisi con nessun altro

Dopo qualche giorno in sua compagnia, tra passeggiate e primi giochi, Giacomo e Anna sono dunque tornati in Italia con la promessa che torneranno a trovare Victor in estate. Fino ad allora con messaggi, foto e video “cercheremo di ingannare l’attesa e colmare già un senso di vuoto alienante. Ma noi siamo adulti e abbiamo gli strumenti per affrontare tutto ciò: quello che ci preoccupa è lo sguardo di Victor terrorizzato dal fatto di essere abbandonato per la seconda volta. Ma questo non succederà. Ormai siamo i suoi genitori e  andremo fino in fondo

E intanto “per tranquillizzarlo gli mandiamo foto della sua stanzetta – continuano –  della casa, mie e di mamma Anna e di tutti quelli che qui lo aspettano. Di tutta risposta lui continua a ripetere ‘quando vengo in italia e noi: ‘Presto figlio mio, presto

Del resto Victor è figlio di Giacomo e Anna: “mi assomiglia in tante cose, non solo fisicamente, i colori, ma anche caratterialmente: è vivace e curioso come me ed è nato solo a pochi giorni di distanza dal mio compleanno. Io il 27 novembre, lui il 30. E già immaginiamo i compleanni insieme…