Affido. Al funerale del piccolo Mario Domenico non erano presenti i genitori naturali

Le pratiche per l’adozione erano già state avviate quando è intervenuto il più tragico degli epiloghi. Alla morte del piccolo angelo è stato organizzato il funerale del bambino ma i genitori naturali del bimbo non ne sono stati informati

Arriva dal Piemonte la triste storia di Mario Domenico, bimbo di 20 mesi, venuto a mancare a causa di una crisi respiratoria dovuta ad una malattia che il piccolo aveva dovuto affrontare sin dalla sua nascita.

Il bimbo non viveva con i suoi genitori naturali. Erano stati considerati dai servizi sociali non in grado di occuparsi del bambino. Così Mario Domenico era stato dato in affido ad una famiglia e come riporta anche il Corriere della Sera, poi trasferito in un centro specializzato quando le sue condizioni si erano aggravate.

I genitori naturali, rende noto il quotidiano, avevano continuato a visitare Mario Domenico ogni due settimane, finché è stato loro consentito, poi, era stato revocato il permesso.

Le pratiche per l’adozione erano già state avviate quando è intervenuto il più tragico degli epiloghi.

Alla morte del piccolo angelo è stato organizzato il funerale del bambino ma i genitori del bimbo non ne sono stati informati. Sono venuti solo successivamente a conoscenza delle esequie. Quando ormai erano avvenute.

“Non ci sono state –ha precisato il legale difensore del padre del bambino, l’avvocato Claudio Malabaila come si legge su Sussidiario.net –violazioni giuridiche da parte del Comune di Asti e del tribunale per i Minorenni di Torino, ma sul lato umano si poteva fare diversamente”.

In un articolo sulla Stampa fa sentire la propria voce anche Emanuela, mamma affidataria del piccolo:

Il provvedimento dei magistrati era chiarissimo-spiega- non erano previsti contatti con loro. Il funerale lo abbiamo organizzato noi, nella nostra parrocchia alla Torretta. Perché Mario era cresciuto con noi – ricorda– Eravamo noi ad andare all’asilo nido a portarlo, a prenderlo, a somministrargli i farmaci. Siamo stati noi a vivere con lui questi faticosi 20 mesie l’ultimo saluto abbiamo voluto tributarglielo noi. Come prevede la legge».