Affido. Come vive il minore l’inserimento in famiglia?

L’inserimento è molto diverso da caso a caso. Fattori determinanti sono indubbiamente l’età dei minori e la presenza di altri bambini all’interno della famiglia affidataria

Farsi famiglia accogliente è un’esperienza davvero arricchente.

Aprire la propria casa e il proprio cuore ad un minore in un momento di difficoltà, divenire per lui un riferimento, proteggerlo, prendersi cura di lui fin quando la sua situazione familiare non sarà migliorata è un gesto carico di altruismo, al quale molte coppie ed anche single si aprono, dopo aver seguito un primo periodo di formazione. Perché il desiderio, la volontà, l’amore sono terreno fertile per “seminare” accoglienza, ma, per farla “fiorire” occorre essere informati, formati e correttamente preparati.

L’inserimento del minore in famiglia

 Pensiamo ad esempio, al primo momento dell’inserimento del bambino o dell’adolescente in famiglia affidataria.

 Le reazioni dei bambini sono le più diverse, perché ognuno ha la sua storia e il suo carattere. Ci sono bambini che vivono questo cambiamento con molta preoccupazione per cui per il primo periodo sono molto accomodanti e adesivi a tutta la nuova realtà familiare, quasi a non voler disturbare. Altri invece mettono in atto da subito provocazioni e capricci.

L’inserimento è una fase davvero molto diversa da caso a caso, da bambino a bambino.

Fattori determinanti sono indubbiamente l’età dei minori e la presenza di altri bambini all’interno della famiglia affidataria.

 L’importanza dei fratelli affidatari

Spesso i “fratelli affidatari” sono una risorsa per i bambini che arrivano perché la dimensione del “giocare insieme” è facilitante.

In generale, i giovani sono molto resilienti e capaci di affrontare i cambiamenti con maggiore flessibilità degli adulti, come nel caso di Maria (nome di fantasia) che dovendo scrivere un tema descrittivo su un familiare si chiedeva di chi raccontare per non offendere nessuno e non destare troppe domande nei compagni… alla fine la scelta è ricaduta sulla sorella dell’affidataria perché, ha spiegato: “almeno una zia ce l’hanno tutti”!

Insomma, il desiderio di accoglienza è il presupposto immancabile per aprirsi all’affido, ma una buona informazione e preparazione è davvero importante.

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