Affido Familiare. Dalla comunità alla famiglia: Mario ora si fida della vita!

Una vicenda di accoglienza e amore per un adolescente che vive sulla propria pelle quella difficoltà familiare cui, per mille ragioni, è stato costretto dalla famiglia biologica. E’ questa la storia di affido familiare che ha portato Mario all’incontro con una famiglia affidataria di Ai.Bi.

Il desiderio di mettersi in gioco a favore dei bambini. Una prima esperienza di affido che diventa unica. Barbara e Simone qualche anno fa hanno accolto Mario in affido e raccontano la loro storia di genitori affidatari ad AIBINEWS.

Oggi Mario ha 13 anni e frequenta la terza media. Sentendosi amato, è un ragazzino diverso, più forte, in una parola, sa cosa significa sentirsi figlio.

E’ Barbara che inizia il racconto della loro famiglia aperta e accogliente.

La nostra disponibilità all’affido è nata dal desiderio sempre più forte di accogliere un bambino in grave difficoltà familiare, prendercene cura dargli amore e sicurezza, e quindi una famiglia che potesse accoglierlo temporaneamente e accompagnarlo nel suo progetto di vita. Avevamo il desiderio di sentirci utili e di metterci in gioco. Infatti l’affido ha dato un senso nuovo alla nostra vita e l’ha resa migliore. Abbiamo quindi cominciato a informarci e abbiamo conosciuto Ai.Bi. proprio leggendo le notizie pubblicate sul sito.” – riferendosi alla rubrica di AIBINEWS “Figli in attesa di una famiglia”.

Quando avete incontrato Mario?

Abbiamo conosciuto il nostro bambino più di 4 anni fa. Mario aveva 9 anni. Aveva un bel faccino dolce, con gli occhi un po’ tristi: all’epoca si trovava in una casa famiglia. Dopo un periodo di ‘avvicinamento’, durato qualche mese, è venuto a vivere con noi: era molto contento anche perché finalmente aveva una cameretta tutta per lui. Era emozionato e gli brillavano gli occhi per la gioia.  L’abbiamo accolto con emozione, entusiasmo e felicità, ma anche paure e dubbi. Così abbiamo iniziato la nostra vita insieme: ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo, si ride, si gioca, si piange, ci si emoziona, ci si arrabbia e poi ci si abbraccia.           

Come si comportava Mario agli inizi?

Inizialmente era molto diffidente e selettivo nei confronti degli altri, anche se io e mio marito gli siamo piaciuti già dai primi incontri, forse anche perché abbiamo giocato tanto con lui. Poi col tempo ha iniziato a fidarsi di noi e ad aprirsi sempre più. Siamo diventati il suo punto di riferimento. È sempre stato molto affettuoso e lo è ancora, ha preso tutto l’amore che gli abbiamo dato e lui l’ha contraccambiato abbondantemente. Abbiamo lavorato tanto sulla sua autostima, che era molto bassa. Possiamo davvero dire che grazie all’affido è “tornato bambino.”.                       

Come è una vostra giornata tipo?

Come quella di tutte le altre famiglie, credo … accompagno Mario a  scuola verso le 8.00 poi lui torna a casa verso le 14.00. Pranziamo insieme e poi è il momento dei compiti. Ha bisogno ancora del mio aiuto per ripetere quello che studia. A volte cerca di fare da solo, ma perde la concentrazione e ci impiega più tempo. Un pomeriggio a settimana va a tennis, un altro pomeriggio frequenta un corso di chitarra. A volte viene qualche sua amico a casa, o va lui a casa loro. La sera ceniamo tutti e tre insieme e poi guardiamo la tv.     

Due pomeriggi al mese Barbara e Simone accompagnano Mario a far visita alla  mamma  e ai nonni.

Quali sono stati i suoi più grandi progressi?

In questi anni Mario ha fatto molti passi avanti: il più importante è proprio quello che riguarda lo studio. Dopo tanti rifiuti e difficoltà, con tanta fatica e pazienza da parte nostra, oggi nostro figlio Mario affronta lo studio con più serenità e più facilità. Poi, altro particolare, fa la doccia tranquillamente, mentre all’inizio non voleva farla tutti i giorni, si rifiutava anche di fare cose di questo tipo.  Ha accettato le regole anche se ora è iniziato il periodo dell’adolescenza. Infine è meno timido, ha fatto molte amicizie e sorride molto di più alle persone ed alla vita.   

L’affido è un impegno significativo: fate rete con altre famiglie affidatarie?

Sì, fare rete con altre famiglie affidatarie è fondamentale, anche se in questi mesi stiamo frequentando poco gli incontri perché siamo molto impegnati. La rete è una risorsa ed un supporto a chi si avvicina all’affido e a chi lo sta già facendo. Poi ci aiuta molto la referente di Ai.Bi., a cui facciamo sempre riferimento per qualsiasi problema, figura che fa da tramite tra noi ed i Servizi sociali del territorio.

Cosa consiglierebbe a chi si volesse avvicinare a questa esperienza?

Consiglierei di essere molto aperti disponibili, amorevoli e pazienti nei confronti del bambino che ha tanto bisogno di una presenza costante, e di vivere la quotidianità con quella serenità che quel bambino non ha potuto avere. È importante fargli sentire l’amore ed il calore di una famiglia.