Affido. Il debutto di Confido in Sardegna. L’essenza dell’accoglienza? Saper vedere i bambini nella loro bellezza, ricchezza, unicità

Alcune famiglie, presenti alla diretta Facebook per la presentazione della iniziativa del Forum delle Associazioni Familiari, si sono già candidate per un affido di un bambino fuori famiglia

Si è tenuto lo scorso 27 ottobre il primo appuntamento del progetto Confido per la regione Sardegna: una diretta Facebook di presentazione del percorso che è approdato sul territorio. I temi affrontati sono stati quelli del progetto, affido, adozione e minori stranieri non accompagnati. Per ognuno dei temi ha parlato un esperto del settore, i servizi sociali del comune di Cagliari, rappresentato dell’assistente sociale Laura Schirripa, in collaborazione con la dottoressa Carla Manca, hanno trattato il tema dell’affido, Stefania Russo, presidente della cooperativa Sicomoro, il tema dei minori stranieri non accompagnati.

Marcella Griva, consulente e formatrice di Amici dei Bambini, il tema dell’adozione. Ha aperto l’incontro il presidente del Forum delle associazioni familiari della Sardegna, il dottor Eugenio Lao, che ha raccontato dell’importanza della rete tra associazioni familiari, del lavoro del forum a livello regionale e nazionale, non ultimo il riconoscimento del lavoro sull’assegno unico alle famiglie. L’incontro è stato un’occasione per presentare il progetto alle famiglie accoglienti, ma anche un momento di riflessione fra tecnici del settore. L’importanza di riunirsi, anche con modalità multimediali, è emersa dal confronto e dagli stimoli reciproci. I servizi sociali hanno tracciato i confini dell’istituto dell’affido, le possibilità e il percorso dei futuri genitori affidatari. Il progetto di affido può risolvere tante forme di disagio, dalla necessità di un pomeriggio libero per famiglie affaticate, o all’interno di un percorso di recupero, a affidi temporanei per un lavoro più strutturato sulla famiglia, ad affidi ponte verso una nuova famiglia, quando il sistema familiare è irrecuperabile.

La dottoressa Stefania Russo ha tracciato i confini di una accoglienza particolare, bambini e ragazzi che partono con la responsabilità di costruire un futuro migliore per se e per la propria famiglia, si ritrovano ad arrivare qui, piccoli ometti, e riscoprire un pezzo di infanzia o adolescenza che avevano dovuto trascurare. Il tema delle narrazione della storia ha invece caratterizzato l’intervento della psicologa e psicoterapeuta Marcella Griva, l’importanza di riconoscere l’identità dei bambini abbandonati, di saper vedere. Questo il filo rosso che ha collegato tutte le testimonianze, l’importanza di saper ascoltare e vedere i minori accolti, nella loro essenza, nella loro bellezza, nella loro ricchezza. E per fare questo è importante saper mettere mani innanzitutto nella propria storia, nelle proprie fatiche per poi aprirsi all’altro. Ha moderato il coordinatore del progetto e referente di Ai.Bi. Sardegna, Alessandro Cuboni.

La bellezza dell’incontro sta nella concretezza del racconto, infatti sono emersi i primi germogli, alcune famiglie presenti si sono candidate per un affido di un bambino fuori famiglia.