Affido. Perché nei provvedimenti d’urgenza i bambini vengono mandati solo in comunità?

Mi chiamo Sergio. Ho partecipato a un incontro informativo sull’affido familiare organizzato dal mio comune. Durante la serata una famiglia affidataria ha portato la sua testimonianza: cosa che è stata ancor più interessante di tutte le nozioni ricevute.  Una cosa non mi è chiara: perché un bambino allontanato d’urgenza dalla famiglia deve essere mandato in comunità educativa? Avendo avuto modo di conoscere quella famiglia affidataria mi son fatto l’idea che potrebbe farcela benissimo anche in situazioni così pesanti. Complimenti per quello che fate! Sergio

 

riccardiCaro Sergio,

in realtà il collocamento in comunità educativa dei bambini e ragazzi allontanati d’urgenza dalle famiglie d’origine è una prassi, non un’indicazione legislativa.

Sono assolutamente d’accordo con lei: una famiglia disponibile e adeguatamente preparata potrebbe essere in grado di accogliere questi bambini, piccoli o grandi, traumatizzati da allontanamenti improvvisi e spesso per opera di assistenti sociali e forze dell’ordine. Sono bambini appesantiti da esperienze che mai dovrebbero fare, non sono pesanti da accogliere. Una famiglia potrebbe aiutarli a sopportare meglio il loro fardello.

Ancor meglio se in questi casi si utilizzassero le case famiglia, intendendo quelle strutture in cui una mamma e un papà accolgono più figli in affido (fino a 6) con il supporto di educatori professionali.

Queste potrebbero essere più adeguate potendosi avvalere, al bisogno, anche del supporto professionale di pedagogisti o psicologi.

Sono state fatte varie esperienze di “pronta accoglienza”, ma solo in relazione a bimbi piccoli. Purtroppo prevale ancora l’idea che per i più grandicelli ciò non sia possibile.

Ai.Bi. è convinta che una famiglia accogliente può non deprivare un bambino del calore, dell’affetto e delle cure che solo un genitore può dare. Ma perché questa diventi la prassi è  necessario compiere una ‘rivoluzione’ nella cultura dell’accoglienza.

Cristina Riccardi

Membro del Consiglio Direttivo di Ai.Bi. e delegata politica del settore Affido