Affido. Veneto: 501 euro al mese per ogni minore in affido

Contributi mensili fino a 501 euro per le famiglie che nel 2017 hanno accolto temporaneamente un bambino o un ragazzo in difficoltà e affiancato la sua famiglia d’origine e sostegno raddoppiato ai Comuni piccoli e medi che si fanno carico della retta di un minore in comunità

L’affido resta la via privilegiata per affiancare un minore e la sua famiglia in situazioni di difficoltà – commenta Manuela Lanzarin, assessore al Sociale – da qui la scelta di privilegiare questo strumento anche nella ripartizione delle risorse

Con due provvedimenti distinti la Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al Sociale Manuela Lanzarin, interviene per sostenere minori in situazioni di disagio: da un lato sostiene gli affidi stanziando contributi mensili fino a 501 euro al mese per le famiglie che nel corso del 2017 hanno accolto temporaneamente un bambino o un ragazzo in difficoltà e affiancato la sua famiglia d’origine; e dall’altro, raddoppia il sostegno ai Comuni piccoli e medi (fino a 20 mila abitanti) che devono farsi carico dell’onere della retta quando un minorenne, a seguito di provvedimenti dell’autorità giudiziaria, viene inserito in una comunità residenziale. In totale le due misure valgono complessivamente quasi 7 milioni di euro: 4.855.592 per i contributi alle famiglie affidatarie e 1 milione di euro per i contributi 2017 ai comuni che si aggiunge ad analoga somma già stanziata in precedenza.

L’affido resta la via privilegiata per affiancare un minore e la sua famiglia in situazioni di difficoltà – commenta l’assessore Lanzarin –. Da qui la scelta di privilegiare questo strumento anche nella ripartizione delle risorse. Nel corso del 2017 sono stati 1.265 i minori allontanati dalle loro famiglie d’origine su istanza dei servizi sociali o con provvedimenti della magistratura minorile. E’ giusto sostenere con un contributo mensile le famiglie che si fanno carico di accogliere questi minori e di seguirli nel percorso educativo, in collaborazione con i servizi sociali”.

La via preferenziale dell’affido non sostituisce, tuttavia, il ricorso all’inserimento in comunità per bambini e ragazzi con particolari situazioni di disagio o con provvedimenti giudiziari a carico. “L’onere del pagamento della retta è una spesa obbligatoria e non dilazionabile che ricade sul Comune di residenza del minore – osserva l’assessore – Quando si presenta la necessità di inviare un ragazzo in comunità i Comuni più piccoli mettono a repentaglio l’equilibrio di bilancio. Da qui la scelta della Regione di dare una mano almeno alle amministrazioni più piccole, con meno di 20 mila abitanti, che hanno minori disponibilità economiche. Lo scorso anno sono stati 223 i comuni in Veneto che hanno fatto richiesta di essere aiutati a pagare il conto delle comunità di accoglienza residenziali per i 471 minori accolti”.

Con la risorse stanziate lo scorso anno siamo riusciti a sostenere il 18 per cento della spesa sostenuta dai Comuni – riconosce l’assessore –  Per cui, nonostante il quadro delle disponibilità finanziarie della Regione sia contingentato, siamo riusciti a raddoppiare la cifra disponibile, anche con l’obiettivo di dare continuità all’aiuto alle comunità locali”.