AfricainFamiglia. Oltre 12 milioni di bambini orfani per AIDS in Africa. La ‘goccia nel mare’ di Ai.Bi. per 1.800 minori abbandonati

La Campagna che Amici dei Bambini promuove per restituire un futuro migliore a 1.800 bambini abbandonati in quattro Paesi del continente africano vuole rispondere anche ai minori senza famiglia a causa della ‘piaga’ che continua a infestare l’Africa, anche se meno rispetto agli anni ‘90.

L’impegno dell’Occidente – e dell’Europa in particolare – è stato e sarà decisivo nel limitare i lutti tra i nuclei familiari africani, non soltanto attraverso la fornitura di farmaci antiretrovirali essenziali per scongiurare i decessi, ma anche con l’avvio di Campagne che insegnino ai bambini e agli adolescenti africani a saper attendere il momento (e la persona) più giusta per sperimentare l’unione fisica con l’altro sesso.

Un impegno che è stato e sarà decisivo per il destino di centinaia di migliaia di minori e di famiglie in Africa: è quello dell’Occidente e dell’Europa in particolare, non soltanto nell’intervenire per favorire le cure (che non potrebbero altrimenti permettersi) di milioni di africani affetti da Aids, ma pure quello per generare ‘cultura’ preventiva rispetto ai rischi insiti nei rapporti occasionali a forte rischio, che in Africa continuano ad essere vissuti anche al di sotto dei 12 anni.

Come sottolinea un articolo del quotidiano La Stampanegli Anni ‘90 sull’epidemia di Aids in Africa si facevano queste previsioni: la malattia si diffonderà così tanto da compromettere la demografia del Continente nero, bloccare la crescita della popolazione e addirittura provocarne il declino. Una generazione dopo, possiamo constatare che ci sono stati – ed è una tragedia immane – molti milioni di morti in Africa per l’Aids, ma la popolazione di quel continente, nel frattempo, non solo non è diminuita, nonostante l’Aids, ma è addirittura raddoppiata in 30 anni (e si avvia a raddoppiare di nuovo nei prossimi 30). Le previsioni sono state totalmente smentite: tante vittime dell’Aids sì, l’Apocalisse no”.

L’articolo aggiunge, facendo riferimento alle cifre dell’Organizzazione mondiale della Sanità, come “la curva della mortalità in Africa (tragicamente) si impenna (come previsto) durante gli Anni 90, e allo stesso tempo quella dell’aspettativa di vita tracolla, secondo le attese; però attorno al 2000 c’è una improvvisa, drastica inversione di tendenza in entrambe queste curve, e l’Aids, pur continuando a colpire drammaticamente molti destini individuali, smette di determinare la demografia in Africa. Per dirla in breve, centinaia di milioni di persone sono state salvate da morte prematura”.

Ma se il motivo principale sembrerebbe da riscontrarsi, in parte sorprendentemente, nella solidarietà (o nel senso di colpa?) del mondo occidentale che ha donato al Continente nero in misura massiccia e sistematica i farmaci e il sostegno per combattere la malattia, per gli oltre 12 milioni di minori africani che, in base al Report Unicef 2016 sono rimasti orfani a causa dell’Aids quale può essere la risposta dell’Occidente?

Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini opera da anni in Africa per cercare di sostenere e accompagnare la crescita dei bambini senza famiglia, in particolare in quattro Paesi – Kenya, Ghana, Marocco e Repubblica Democratica del Congoattraverso l’adozione a distanza, parte della Campagna #AfricainFamiglia. Una goccia nel mare, che però necessita del sostegno concreto e della generosità di tutti noi per poter cambiare la vita a 1.800 minori che sono ospitati in uno dei Centri di accoglienza seguiti da Amici dei Bambini, ma che aspettano l’abbraccio a distanza di un papà e una mamma sostenitori per poter continuare a crescere con fiducia. Nonostante tutto.

Fonte: La Stampa.it