Bonus 3mila Euro: ora le aziende possono iniziare a erogarlo

Il Decreto Lavoro ha innalzato a 3mila euro la soglia dei fringe benefit che i datori di lavoro possono concedere ai dipendenti con figli a carico. Ora una circolare dell’Agenzia delle Entrate chiarisce bene i dettagli per accedere al bonus 3mila euro

Il Decreto Lavoro varato dal Governo Meloni aveva introdotto, tra le varie misure, anche un bonus 3mila euro per i dipendenti con figli a carico. Un incentivo erogato sottoforma di fringe benefit, che innalzava (solo per chi ha figli) il precedente limite di 258,23 euro per i contributi esenti da imposte che i datori di lavoro possono riconoscere ai propri dipendenti per affrontare alcune spese.
Ora, l’Agenzia delle Entrate ha diramato una circolare che chiarisce i dettagli sull’inoltro delle domande, i destinatari e le modalità di erogazione.
Iniziamo, però, facendo un ripasso di quanto inizialmente avevamo spiegato anche QUI.

Cos’è il bonus 3mila euro per dipendenti con figli a carico

Innanzitutto, nonostante molti lo definiscano così, non si tratta di un vero e proprio “bonus”, ma di un contributo che viene dato sottoforma di “servizio” o di “rimborso” unicamente per contribuire al pagamento di certe spese. Per il datore di lavoro questi contributi, chiamati “fringe benefit” sono esenti da imposte; allo stesso modo per chi li riceve non sono tassabili e non contribuiscono all’aumento del reddito imponibile.
Un esempio tra i più conosciuti di fringe benefit è i buoni pasto, ma anche le auto o i cellulari aziendali, le borse di studio e, cosa che ultimamente ha riportato questa forma di contributi in auge, il sostegno per il pagamento delle utenze domestiche, notevolmente rincarate a causa della nota situazione geopolitica mondiale.
Il tetto dei fringe benefit erogabili è di 258,23 euro, ma con il Decreto Lavoro, come detto, questa soglia è stata innalzata fino a 3mila euro, anche se non per tutti.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito bene chi siano i destinatari dell’aumento: tutti i dipendenti del settore privato che hanno uno o più figli (anche avuti fuori del matrimonio, in affido o in adozione), compresi i collaboratori co.co.co, gli amministratori, i lavoratori autonomi occasionali e i percettori di redditi da lavoro assimilato. La circolare ricorda che per essere “a carico” i figli devono avere un reddito inferiore a 2.840,51 euro (o 4.000 se minori di 24 anni).
L’agevolazione, che non prevede soglie minime di ISEE o di reddito per averne diritto, spetta a entrambi i genitori, anche in presenza di un figlio solo e indipendentemente dall’accordo su chi dei due abbia la detrazione per i figli a carico, che spesso le famiglie decidono di attribuire per intero a chi dei due genitori ha lo stipendio maggiore.

Come viene erogato il bonus 3mila euro

L’erogazione dei finge benefit, quale che sia la somma (fino a 3mila euro, solo per chi ha figli a carico, per gli altri la soglia rimane quella dei 258,23 euro), è una scelta a discrezione dei datori di lavoro: sono loro, secondo le proprio politiche di welfare, a decidere se riconoscere o meno questo contributo, in che forma e fino a quale cifra.
Una volta che l’azienda o il datore di lavoro ha deciso di concedere i fringe benefit, per accedere al bonus i lavoratori devono dichiarare di averne diritto, presentando il codice fiscale dei figli (o del figlio) fiscalmente a carico, secondo modalità concordate con lo stesso datore di lavoro.