Ai.Bi. in Bolivia. Anche in lockdown si promuovono i diritti dei bambini abbandonati

Tra emergenza Covid.19 e forti tensioni politiche e sociali, lo staff di Ai.Bi. in Bolivia continua a promuovere i diritti dei più fragili: i bambini abbandonati e accolti in più di 196 centri di accoglienza del Paese.

Su una popolazione di poco più di 10 milioni di abitanti in Bolivia si contano già oltre 109.000 casi di Coronavirus e più di 4.500 morti. Numeri impressionati che parlano di un’emergenza sanitaria fuori controllo e esasperata dall’instabilità politica e sociale seguita alle elezioni presidenziali del 20 ottobre.

Gli scioperi e i blocchi stradali organizzati dal MAS di Evo Morales per fare pressione sull’attuale presidente,  Jeanine Añez,  affinché si dimetta e  anticipi le elezioni, stanno mettendo a dura  prova un sistema sanitario già allo sbando. Le strade sono bloccate e l’ossigeno non può arrivare agli ospedali nelle città con conseguenze umanitarie gravissime. In molte zone remote della Bolivia non ci sarebbero più scorte di ossigeno né bare per seppellire i morti.

Siamo preoccupati “ – racconta l’equipe di Ai.Bi. in Bolivia – “la curva di contagio non accenna a diminuire e i casi di contagio e i decessi continuano ad aumentare. In una situazione di emergenza sanitaria i bambini accolti negli istituti sono ancora più vulnerabili. Con il lockdown e la chiusura delle scuole hanno perso i loro unici riferimenti e negli istituti con un numero di bambini così elevato non è sempre possibile garantire le misure di prevenzione e si riduce l’accesso al sistema sanitario, con ovvie conseguenze sulla loro salute, soprattutto per quei minori che hanno già delle patologie.”

Per loro non possiamo fermarci e, anche in queste settimane di grande paura e incertezza, abbiamo continuato a portare avanti le nostre attività di promozione e sensibilizzazione sui diritti dell’infanzia utilizzando le Conference call. Le equipe psicosociali dei Servizi Sociali Dipartimentali (SEDEGES) di Oruro hanno preso parte a quattro giornate formative. Abbiamo offerto loro strumenti e metodologie necessarie per lavorare al fianco dei bambini e degli adolescenti abbandonati, promuovendo i loro diritti e assicurando la loro protezione, anche e soprattutto in situazioni di emergenza. Oggi, chi è solo e ancora più a rischio di soprusi, privazioni e maltrattamenti. Tra gli argomenti approfonditi: l’ importanza della famiglia nello sviluppo di un bambino, la necessità di creare legami affettivi,  il ruolo di ciascun operatore nella cura dei bambini in istituto, i bisogni della prima infanzia, l’attaccamento, le conseguenze dell’istituzionalizzazione, i careleaver e il sostegno ad una vita autonoma e non da ultimo il diritto alla famiglia. I centri di accoglienza del dipartimento di Oruro sono ancora molto chiusi e poco focalizzati sulla promozione e protezione dei diritti dei minori. Le metodologie da noi offerte in questi incontri promuovono un approccio che mette finalmente al centro il bambino e il suo interesse superiore.”