Al raggiungimento dei 18 anni cosa succede se il minore è ancora con la famiglia affidataria?

L’affido è una misura pensata per i minori. Capita, però, che i ragazzi rimangano nella famiglia affidataria fino al compimento della maggiore età: le proposte di Faris per riflettere con le famiglie di questo passaggio difficile e particolare

 Quando le ragazze e i ragazzi in affido diventano maggiorenni, davanti a loro si aprono nuove possibilità. Non c’è una regola precisa su come i rapporti con la famiglia affidataria e quella di origine debbano proseguire, e ognuno è generalmente libero di scegliere cosa fare.

Restare con la famiglia affidataria o tornare nella famiglia di origine

Diversi sono i ragazzi che, anche diventati maggiorenni, decidono di restare con la famiglia affidataria, se questa è disponibile. In questo caso non c’è una forma regolamentata di rapporto: semplicemente, i ragazzi scelgono autonomamente di rimanere in quella che, evidentemente, sentono come casa loro.

Altri ragazzi, invece, preferiscono tornare nella famiglia di origine.
A volte, ci possono essere anche situazioni di affido in cui il rientro in famiglia non è possibile, nemmeno quando il minore diventa maggiorenne: in questi casi, si delibera per proseguire l’affidamento fino al ventunesimo anno di età, sulla base di un progetto specifico e per consentire agli affidati l’autonomo inserimento sociale al fine di creare le condizioni per il raggiungimento di una sufficiente autonomia.
In queste situazioni il grado di partecipazione del ragazzo stesso al progetto di affidamento è indispensabile per il successo dell’esperienza.

Faris, Family Relationship International School, nella sua offerta formativa di webinar e consulenza personalizzata, si occupa anche di questi temi, accompagnando ragazzi e famiglie affidatarie nel loro percorso reciproco di accoglienza e accompagnamento.