Assassinato Presidente Haiti: l’isola nel caos. Ancora una volta serve l’aiuto di tutti

Disordini, arresti e l’uccisione di 4 sospettati hanno fatto seguito all’omicidio di Jovenel Moïse. La situazione è difficile, ma Haiti ha dimostrato di saper reagire, come ha fatto quando ha trovato nuove soluzioni per l’adozione internazionale

La notizia è arrivata nella notte tra martedì 6 e mercoledì 7 luglio: ad Haiti, il Paese più povero delle Americhe e tra i più poveri nel mondo, è stato assassinato il Presidente Jovenel Moïse. Secondo le ricostruzioni, si è trattato di un agguato avvenuto mentre l’uomo si trovava nella sua casa di Port-au-Prince insieme alla moglie (ferita e portata, ora, in Florida) e i tre figli, rimasti invece illesi.

Arresti e disordini dopo l’assassinio del Presidente Haiti

Come riporta il New York Times, nelle successive 24 ore quattro persone sospettate dell’assassinio sono state uccise in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine, che hanno assicurato che tutti i responsabili verranno presi.
Come facilmente si può immaginare, la situazione è molto caotica: il governo ha dichiarato lo stato di emergenza, ma in un Paese in costante difficoltà, sociale e umanitaria, lo scenario è davvero preoccupante. Come dice Zacharie, rappresentante di Ai.Bi. ad Haiti, “Se le autorità non prenderanno subito tutte le disposizione per garantire la sicurezza del Paese e della popolazione, si potrebbe creare una situazione di caos senza fine, a causa della fragilità socio-politico del paese”.
L’aeroporto e le frontiere sono già bloccate e lo stesso Zacharie, che stava preparando un viaggio, è dovuto restare nel Paese.

Le risorse di un Paese che ha saputo portare avanti l’Adozione Internazionale anche durante il lockdown

Ora più che mai Haiti ha bisogno di tutto l’aiuto possibile.
Ai.Bi. da tempo è attiva sul territorio e ha imparato ad apprezzare la straordinaria forza di un Paese che, nonostante la grande fragilità, tanto sociale quanto naturale (si pensi al terribile terremoto del 2010 o l’uragano Matthew nel 2016) ha grandissime risorse per quanto riguarda lo spirito e l’iniziativa della popolazione.

Ne è un esempio l’adozione internazionale, che, duramente colpita in tutto il mondo dalle chiusure dovute alla pandemia, ha visto proprio Haiti segnalarsi come uno dei Paesi più attivi e attenti al futuro dei bambini abbandonati. L’IBESR (Istituto per la previdenza sociale e la ricerca e autorità centrale per le adozioni internazionali del Paese), infatti, ha previsto la possibilità di svolgere gli incontri di affiatamento tra la coppia adottante e il bambino in adozione anche a distanza. Ciò, anche grazie al lavoro svolto ad Haiti dal rappresentante locale dell’Ente, permette di portare avanti la procedura di adozione internazionale anche senza che le coppie si rechino sull’isola per il primo dei due viaggi in programma.
Un segno dell’attenzione e della vitalità di un popolo che, anche davanti alla nuova situazione di disordine, saprà reagire e guardare al futuro con rinnovata speranza. Con l’aiuto di tutti.

Da anni Ai.Bi., in collobarazione con Associazione Internazionale Haiti Integrity Project (A.I.H.I.P.) partecipa a  un progetto a carattere socio-sanitario in favore dei bambini e delle famiglie  dei villaggi di Petites-Desdunes, Bocozelle e Bellanger ad Haiti. Chi volesse partecipare al sostegno di queste attività può effettuare una donazione seguendo le indicazioni presenti a questa pagina.
Per chi scegliesse  la modalità del bonifico bancario, la causale da indicare è la seguente: “Progetto socio-sanitario Haiti”