Adozione Internazionale. Lockdown per il Coronavirus? Ad Haiti l’affiatamento con il minore abbinato si fa online

Una situazione che stride con quanto avvenuto in Italia, dove, durante la serrata primaverile, i tribunali e i servizi sono rimasti al palo

Buona parte del mondo è in lockdown, parziale o totale, per la pandemia da Coronavirus. Questo sta logicamente avendo degli effetti negativi su un settore come l’Adozione Internazionale, che si basa essenzialmente sugli spostamenti tra una parte e l’altra del globo. Eppure c’è chi non chiude le braccia all’accoglienza, nonostante la difficile situazione internazionale. Si tratta, per esempio, dello Stato di Haiti. Un Paese che di certo non figura tra i più ricchi al mondo. Eppure questa nazione ha dimostrato di avere a cuore il futuro dei bambini in difficoltà famigliare che potrebbero trovare una famiglia dall’altra parte del mondo. Una testimonianza, in proposito, arriva da Ai.Bi. – Amici dei Bambini, che opera come ente autorizzato all’Adozione Internazionale anche nel Paese caraibico.

Adozione Internazionale ad Haiti: l’esperienza dello staff di Ai.Bi.

L’IBESR (Istituto per la previdenza sociale e la ricerca e autorità centrale per le adozioni internazionali del Paese), prevede infatti la possibilità di svolgere gli incontri di affiatamento tra la coppia adottante e il bambino in adozione anche a distanza, vista la congiuntura internazionale. “La procedura, per quanto attiene alla nostra esperienza diretta  – spiegano dall’Ufficio Adozioni Internazionali di Ai.Bi.è consistita di un incontro preliminare con la coppia, la direttrice dell’istituto e il rappresentante dell’ente via skype oltre a  cinque incontri via skype di mezz’ora alla presenza anche del bambino (tre in una settimana e due in un’altra). La calendarizzazione degli incontri e’ stata decisa da noi. Inoltre la coppia ha la possibilità, anche concluso il periodo di affiatamento, di continuare, in accordo con la creche, a vedere e sentire il bambino in attesa del ‘secondo’ viaggio”.

Se da un lato si può gioire per la capacità di un Paese come Haiti di venire incontro alle esigenze delle famiglie e dei bambini con gli strumenti di dialogo a distanza, dall’altro purtroppo questo fa risaltare una volta di più l’arretratezza, in tal senso, dell’Italia. Nel nostro Paese, infatti, durante il lockdown, i tribunali e i servizi sono rimasti sostanzialmente al palo, nell’incapacità di fruire in maniera adeguata dei più moderni strumenti di comunicazione.