Assegno Unico. Per ricevere l’assegno a marzo, domanda entro il 28 febbraio, ma attenzione agli errori

Già oltre un milione le richieste per l’Assegno Unico. Attenzione agli errori, però: l’INPS sottolinea che l’iban indicato nella domanda deve riportare a un conto corrente intestato o cointestato alla stessa persona che fa richiesta.

Al giro di boa del tempo utile per inviare la richiesta dell’Assegno Unico in tempo per ricevere il contributo corretto a partire dal mese di marzo, le domande hanno già superato quota un milione, per un totale di circa 1.900.000 figli a carico. Vero che il totale dei nuclei interessati superano quota 7 milioni, per 11 milioni di figli, ma si può comunque parlare di un buon avvio di campagna, anche tenendo conto che, comunque, tutte le richieste che arriveranno entro giugno hanno diritto a ricevere l’importo pieno dell’assegno con gli arretrati non riscossi a partire dal mese di marzo.

Assegno Unico: richiedente e titolare del conto devono coincidere

Sulle modalità di presentazione della domanda e sulle caratteristiche della misura già si è detto molto, così come ampio spazio è stato dato alle tempistiche, tanto per la presentazione delle domande quanto per la ricezione dei pagamenti. Data la portata della misura e le tantissime situazioni che ciascuna famiglia può presentare, il governo ha cercato di chiarire i dubbi, ma vale la pena sottolineare, in questa sede, qualche errore in cui facilmente si potrebbe incorrere.
Un dettaglio che non è stato precisato più di tanto, per esempio, e che non per nulla l’INPS ha tenuto a ribadire recentemente, è che chi richiede l’assegno debba indicare nella domanda il codice IBAN di un conto corrente di cui lui stesso sia il titolare, anche come co-intestatario. Ricordiamo, infatti, che l’assegno verrà versato direttamente su un conto corrente da parte dell’INPS e non si riceverà più all’interno della busta paga. Da qui la necessità ulteriore che il codice fiscale di chi inoltra la richiesta sia identico al codice fiscale della persona a cui è intestato (o cointestato) il conto corrente indicato per la riscossione. Va da sé che tale conto corrente debba essere effettivamente attivo.