Assegno unico famiglie numerose e figli di lavoratori dipendenti: nessuno ci rimetterà

Dopo l’ok alla riforma dell’assegno unico annunciato da Draghi, sono state sollevati alcuni dubbi sul fatto che qualcuno potesse rimetterci rispetto a oggi: le clausole di salvaguardia metteranno tutti al riparo da spiacevoli sorprese

Con l’ok del Senato al Ddl 1892, Il Governo ha dato il via libera, come noto, al cosiddetto assegno unico. Una misura che è destinata a sostituirsi agli attuali assegni familiari, le detrazioni per i figli a carico, bonus bebè, fono di sostegno alla natalità e altre misure che cesseranno di essere in vigore con il primo di luglio.

Assegno unico famiglie numerose: le clausole di salvaguardia metteranno al riparo da sorprese

Proprio il confronto tra quanto annunciato da Draghi in conferenza stampa (250 euro a figlio), alcune simulazioni presentate dall’Istat e altri gruppi di lavoro, e le norme attualmente in essere, hanno fatto scattare un campanello d’allarme, specie per le famiglie numerose. Il dubbio è che la nuova norma dell’assegno unico finisca per non favorire proprio quelle realtà per le quali, teoricamente, è stata pensata.

Dal governo, però, sono arrivate subito rassicurazioni su più fronti a confermare che i decreti attuativi, necessari affinché la legge delega diventi effettivamente operativa, comprenderanno delle clausole di salvaguardia pensate proprio per impedire che qualcuno ci possa rimettere.
Anche la ministra per le famiglia Elena Bonetti ha dichiarato: “Le famiglie italiane devono stare tranquille, non ci perderanno”.

Il dubbio principale riguardava le famiglie di lavoratori dipendenti a basso reddito e tanti figli: allo stato attuale queste percepiscono il massimo tanto delle detrazioni quanto degli assegni familiari. La paura era che uno strumento unico non raggiungesse la stessa cifra. Sicuramente le clausole di salvaguardia riguarderanno questi casi per primi, così come tuteleranno chi oggi percepisce detrazioni per figli fino a 24 anni, mentre l’assegno unico si ferma alla soglia dei 21.

Chiariti i dubbi, rimane l’incognita di quella che sarà la reale cifra dell’assegno unico famiglie numerose

Se dal punto di vista delle rassicurazioni, dunque, tutto sembra tranquillizzare le famiglie, l’incognita che rimane può riguardare la cifra che effettivamente verrà percepita. I “250 euro” citati da Draghi difficilmente saranno raggiunti, specie nei primi mesi dell’entrata in vigore dell’assegno, ma per questo bisognerà attendere il definitivo stanziamento delle misure (al momento il plafond è di 20 miliardi di euro) e, soprattutto, le regole precise per il calcolo della cifra spettante.
Secondo quanto dichiarato a La Bussola Quotidiana da Stefano Lepri, insieme a Graziano Del Rio, “padre” della riforma, una possibile stima potrebbe essere quella di un assegno “tra i 100 e i 160 euro mese/figlio, con la possibilità di avvicinarsi a 200 euro per il terzo e i figli successivi”.

Sicuramente, nonostante anche in questo caso siano state sollevate delle riserve, lo strumento di riferimento sarà ancora l’ISEE.