Kenya: ecco come abbiamo salvato 900 bambini di strada di Nairobi

A Nairobi il fenomeno dei bambini di strada è enorme e preoccupante. L’orfanotrofio Kwetu Home of Peace, partner di lungo corso di Ai.Bi., da 12 anni offre un percorso di salvataggio che accompagna bambini e ragazzi fino al reinserimento in famiglia e in società

In Kenya il numero di bambini di strada è da tempo in costante aumento. Nairobi, la capitale, è lo specchio di questa situazione: inizialmente, le sue strade erano frequentate più che altro da bambini provenienti dalla città stessa o dalle zone limitrofe. Con il tempo, questa tendenza è cambiata e i rapporti indicano un sempre maggior numero di bambini provenienti da contee più lontane.
Un sondaggio del 2018 condotto dall’ufficio nazionale di statistica del Kenya stima che ci siano circa 46.000 persone che vivono nelle strade. Di queste, la maggior parte sono bambini, ragazzi minori di 18 anni e giovani adulti.
Negli anni, diverse istituzioni private e governative del Kenya si sono occupate del problema, tentando di ridurre l’aumento delle famiglie di strada nel Paese e, in particolare, a Nairobi. Tra loro c’è l’orfanotrofio Kwetu Home of Peace, uno dei partner di lungo corso di Ai.Bi.

Il Percorso di salvataggio dei bambini di strada del Kwetu Home of Peace

Kwetu Home of Peace è un’istituzione privata guidata dalle Suore dell’Assunzione di Eldoret che salva e riabilita i bambini di strada attraverso un percorso in due fasi, ospitando i bambini, a seconda della fase in cui si trovano, nei suoi due sottocentri a Madaraka e Ruai.
Il percorso di salvataggio inizia con una serie di visite nelle strade da parte degli assistenti sociali dell’istituzione volte a conoscere e farsi conoscere dai bambini, familiarizzare con l’ambiente e, piano piano, iniziare a fare i primi inviti “casuali” offrendo un pasto presso l’orfanotrofio, la possibilità di fare una doccia e altre offerte ritenute allettanti per i bambini di strada.
Questa routine viene ripetuta con una frequenza di circa 2 o 3 giorni a settimana per un paio di settimane.
Una volta che la “familiarizzazione” è avvenuta con successo, i bambini vengono ufficialmente invitati al centro Madaraka, un sito temporaneo dove si trattengono per 3 mesi. Durante questo periodo, i minori vengono accompagnati lungo un percorso di formazione che mira a re-insegnare loro le regole generali del vivere in comunità. Tra le attività sono previste: la disintossicazione, i momenti ricreativi, la pulizia, il vestirsi…
Il Kwetu Home of Peace si occupa di ragazzi dai 7 ai 15 anni e la maggior parte degli ospiti arrivati dalla strada sono ragazzi, ai quali, al momento dell’ammissione, viene somministrato un test HIV. Statisticamente, l’1% risulta positivo.

La fase di formazione e il rintracciamento delle famiglie

Finita la prima fase, ai bambini viene offerta una qualche forma di apprendimento che serve a valutare il livello di preparazione di ciascuno, così da raggrupparli nelle rispettive classi e prepararli per l’iscrizione alla scuola primaria.
Questa fase è molto delicata, perché, non appena i bambini si sistemano, vengono immediatamente avviati a un programma di riabilitazione. Purtroppo, alcuni di loro, per diversi motivi, ricadono nelle vecchie abitudini e tornano in strada, ma storicamente, nelle missioni del KHP, il numero dei bambini che rimangono nel centro è sempre maggiore rispetto a quello di chi non lo fa.
A questo punto, al percorso che riguarda i minori si affianca il lavoro di rintracciamento delle famiglie d’origine, per valutare la possibilità di un reinserimento. Prima, però, serve che il governo emetta un’autorizzazione legale per ammettere i bambini in Istituto: il Committal. Con questo, il Kwetu Home of Peace viene autorizzato a gestire gli affari dei bambini per un periodo massimo di due anni. D’altra parte, il lavoro di tracciamento delle famiglie è un’operazione costosa che richiede diverso tempo e risorse.
In 12 anni di partenariato con il Kwetu Home of Peace, sono stati circa 900 i bambini di strada salvati, che hanno terminato l’intero ciclo di istruzione e sono stati reinseriti in famiglia. Si tratta di numeri sicuramente significativi.

Sostieni i progetti di Ai.Bi. in Kenya

Ai.Bi., naturalmente, da parte sua continuerà in questo lavoro paziente e fondamentale di ricerca delle origini e ricongiungimenti familiari. Per ridare a ogni bambino il diritto di essere figlio.
Chiunque può dare il proprio contributo ai progetti che Ai.Bi. porta avanti in Kenya, sia attraverso una donazione una tantum, sia decidendo di aderire all’iniziativa: “Adotta a Distanza i bambini di un orfanotrofio” in Kenya.