BAMBINIXLAPACE. Quali sono i sogni dei bambini ucraini rifugiati in Moldova?

Dall’inizio del conflitto, migliaia di bambini e ragazzi ucraini hanno trovato rifugio e accoglienza in Moldova, dove lo staff di Ai.Bi. ha organizzato diversi progetti per dar loro protezione, aiuto e speranza. E per continuare a farli sognare: cosa? Lo hanno raccontato loro stessi

Molte famiglie ucraine scappate dalla guerra hanno trovato rifugio in Moldova, portando con sé migliaia di bambini e ragazzi che, oggi, sono presenti nelle diverse comunità del territorio e beneficiano delle tante attività che lo staff di Ai.Bi., con il progetto “BAMBINIXLAPACE” e grazie alla collaborazione con i partner in loco, ha sviluppato nell’ultimo anno.
Ma l’attenzione e la disponibilità di educatori, psicologi e volontari di Ai.Bi. non si limita alle attività concrete portate avanti, all’animazione, alla distribuzione di beni di prima necessità… Tutti gli operatori sono sempre aperti al dialogo e, durante ogni visita e ogni attività, cercano di prendersi sempre del tempo per parlare con i minori.

I ragazzi, d’altro canto, sono molto aperti al dialogo e spesso anche più maturi della loro età: raccontano il loro periodo trascorso in Moldova e le ricorrenze del posto che hanno osservato essere simili alle loro. Ma, soprattutto, raccontano le cose che vorrebbero fare una volta tornati a casa, quando la guerra sarà finita. Chiedono poco, ma nutrono sentimenti molto profondi e fanno sogni d’oro per un futuro che vorrebbero vivere molto presto.
Ecco alcuni dei loro desideri e dei loro pensieri

I desideri dei bambini

Slavik, 9 anni, Edineț: “Io cercherò Felix. È il mio gatto, che non abbiamo potuto prendere con noi quella notte, quando siamo scappati dall’Ucraina. Probabilmente si è spaventato ed è scappato di casa. Spero che abbia trovato un posticino per nascondersi e che ora stia bene. Felix è come un membro della famiglia. È più grande di mia sorella che ha 5 anni. Felix ne aveva 6 quando abbiamo lasciato il Paese”.

 

Xenia, 13 anni, Cărpineni (Hincesti): “Io sogno di tornare a casa, poter sfogliare nuovamente i miei libri, toccare i banchi… immagino che ancora abbiano quell’odore di vernice fresca. Vorrei mettermi le mie gonne e i vestiti più belli, da un anno mi metto solo i pantaloni e i costumi sportivi. E la cosa più importante… vorrei riabbracciare i miei amici che mi mancano tantissimo”.

 

Daniil, 8 anni, Hirtop (Taraclia): “Quando tornerò a casa trascorrerò tutto il tempo con mia sorella Nina. Lei è rimasta in Ucraina, con il papà e con i nostri nonni. Non faremo le birichinate, come prima, perché siamo cresciuti sia io che lei, ma faremo tutte quelle cose che ci facevano ridere e ci rendevano felici”.

 

Violeta, 14 anni, Chisinau: “Io sogno un incontro con tutti i miei amici. Alcuni non li sento da un anno e non so come stanno e dove sono. Ci raduneremo in tanti, forse andremo tutti al cinema, come succedeva prima, poi andremo in un locale oppure a casa di qualcuno e festeggeremo felici per un nuovo inizio. Ci prometteremo di non litigare più, perché quest’ultimo anno ci ha insegnato che solo l’amicizia e i sentimenti sinceri durano oltre il tempo e le distanze”.

 

Kirill, 12 anni, Chisinau: “Io prometto che svolgerò tutti i compiti assegnati. Sarò più serio e non farò più arrabbiare gli insegnanti e i compagni con i miei scherzi”.

 

Vera, 6 anni, Cahul: “Il mio babbo spesso mi regalava dei fiori. Pure alla mamma e a mia sorella. Da un anno nessuno ci ha più regalato un fiore, perché la nostra famiglia abita in paesi diversi: noi siamo in Moldova e papà è rimasto in Ucraina. Ecco perché, quando torneremo a casa, pianteremo molti fiori e trasformeremo il balcone in un piccolo giardino colorato”.

 

Sofia, 12 anni, Cahul: Ancora non ho pensato a quello che farò quando tornerò in Ucraina, ma mi piacerebbe fare volontariato presso qualche ente di aiuto umanitario. In tutto questo tempo trascorso in Moldova siamo state visitate dai vari volontari. Ciascuno ci ha incoraggiate, ci ha sostenuto sia con un appoggio morale, sia con dei beni, per non farci perdere la speranza. È stata la cosa più bella che ci è successa in tutto questo caos”.

 

Yaroslav, 10 anni, Taraclia: “Prima di andarmene andrò in biblioteca per restituire quel pezzo di puzzle che ho preso senza chiedere il permesso. Per me avere in tasca questo pezzo di legno è come rimanere sempre in contatto con Bahmut, dove abitano i miei amici più cari.”

 

È fondamentale poter sostenere i sogni di tutti questi bambini e ragazzi. Tutto questo riusciamo a realizzarlo solo grazie ad Ai.Bi. e al contributo del Sostegno a Distanza.

Chiunque può dare il suo contributo, consapevole che, dall’inizio della guerra, il grido dei bambini dell’Ucraina ripete: “ora il mio futuro dipende anche da te”.