“Bambinixlapace”. Accoglienza di bambini soli e mamme in fuga. Se siamo in emergenza perché fare formazione?

Guerra in Ucraina. Bambini soli e mamme in fuga dal loro Paese e in arrivo in Italia: ricevo ogni giorno decine e decine di messaggi che mi chiedono di accoglierli in casa nell’immediato.

Ho visto che Faris organizza degli incontri, dei webinar, ma questo non può rallentare le operazioni di aiuto nei confronti e di accoglienza di queste persone in fuga? Del resto se siamo in emergenza perché fare formazione?

Grazie per la vostra disponibilità

Federica Puccinelli

                                                                                 

Cara Federica,

intanto grazie mille per la tua domanda. Stessa perplessità che probabilmente hanno in tanti. Per cui questa è un’ottima occasione per dipanare un po’ dubbi e incertezze

Perché fare formazione? Perché il bene va fatto bene!

Sull’onda dell’energia e della necessità ci si dimentica dell’attenzione peculiare che ogni tipo di fragilità necessita.

Quella che stiamo vivendo in questi giorni, è una situazione che coinvolge le vittime in ogni sfera della propria esistenza; da un giorno all’altro i profughi ucraini non hanno visto crollare solo la propria casa, ma anche le proprie certezze emotive, i valori su cui hanno costruito quella vita che in poche ore è stata ribaltata.

Certo hanno bisogno di un supporto materiale, di un tetto, un pasto caldo e un rifugio sicuro, ma queste sono le necessità più evidenti, quelle più immediate; la volontà di aiutare non deve farci commettere l’errore di pensare che siano le uniche o le più importanti.

Sarà proprio nel momento in cui troveranno un pasto caldo e un sonno tranquillo che piomberà il peso e l’orrore di ciò che stanno vivendo, il pensiero dei propri parenti, dei propri morti, dei propri sforzi vanificati nel nulla. La paura di ricominciare senza sapere dove e come, l’incapacità di comprendere cosa sia successo, il terrore di non rivedere più il proprio fratello, marito, compagno o padre.

Come fa una madre a spiegare al proprio figlio ciò che hanno dovuto affrontare? Come fa a dargli gli strumenti per rielaborare un evento di tale portata, quando neanche lei probabilmente ci riesce completamente?!

Il nostro aiuto non può fermarsi nel dare un tetto su cui ripararsi, perché nel momento che curiamo le ferite fisiche, sono quelle emotive e psicologiche ad aprirsi; un aiuto disattento e superficiale graverebbe ulteriormente su queste piaghe che non possiamo vedere.

Non abbiamo molti strumenti per poter alleviare la situazione se non affinare, per quanto possibile, la capacità di accoglierli nel modo migliore, mettendoli a loro agio, sostenendo le paure, provando a intervenire senza fare ulteriori danni.

La formazione è necessaria per accrescere le nostre conoscenze e capacità così da alimentare positivamente l’animo e il coraggio necessario a superare i traumi di questa guerra.

Nessuno vuole, nel tentativo di aiuto, diventare un ulteriore elemento di instabilità fisica ed emotiva e per questo si deve mettere da parte la retorica di una generosità gratuita ma semplicistica e favorire un altruismo coerente e consapevole.

Ai.Bi. – Amici dei bambini ha messo in campo una campagna dedicata alla crisi ucraina: BAMBINIxLAPACE, alla quale chiunque può partecipare scegliendo una delle varie modalità di aiuto e vicinanza alle famiglie e i bambini ucraini. Perché, ora, il loro futuro dipende anche da te” EMERGENZA UCRAINA