BAMBINIxLAPACE. La guerra e le sue cicatrici: una realtà terribile per i bambini e le famiglie ucraine

“Ho dovuto crescere in fretta e mettere da parte i miei progetti”; “La paura è diventata parte della mia vita quotidiana”; “Questi anni di vita in guerra sono avvolti nella nebbia e ti rendi conto che si portano via gli anni della giovinezza”

La guerra in Ucraina ha lasciato cicatrici profonde e durevoli su ogni aspetto della vita quotidiana. Recentemente, il report di IMPACT Initiatives (un’iniziativa umanitaria leader che fornisce dati granulari, informazioni tempestive e analisi approfondite da contesti di crisi, disastri e sfollamenti), ha svelato una realtà drammatica: oltre 300.000 caregivers, tra genitori, nonni e altri familiari, sono stati coinvolti in un assessment sui rischi in cui possono incorrere i bambini durante il conflitto. I dati sono allarmanti e rivelano una preoccupazione diffusa per la sicurezza e il benessere (soprattutto mentale) dei più piccoli.

L’86% dei caregivers preoccupato per la sicurezza dei bambini

Il report mette in luce che l’86% dei caregivers è estremamente preoccupato per la sicurezza dei bambini. I rischi più frequentemente menzionati includono bombardamenti, mancanza di rifugi adeguati e la presenza di dispositivi esplosivi. La situazione è particolarmente critica a Donetsk, dove la paura è talmente alta che molti si rifiutano di discutere apertamente di questi temi.
Anna, una psicologa che lavora con i bambini nella ludoteca di Ai.Bi. a Volodarka, ci regala una testimonianza toccante della situazione. “Ricordo come se fosse ieri: mia madre entrò nella stanza e disse che era iniziata la guerra,” racconta Anna. “Il mondo intorno a me sembrava fermarsi, e la disperazione mi pervase, perché fino a quel momento non credevo che una cosa del genere potesse accadere.”

La separazione familiare e i meccanismi di coping negativi

La guerra ha causato frequentemente separazioni all’interno delle famiglie, aumentando così il livello di vulnerabilità dei bambini. Molti giovani risentono della mancanza di opportunità di aggregazione e ricorrono a meccanismi di coping negativi, come l’abuso di alcol e droghe. Inoltre, il fatto che molti ragazzi accedano all’istruzione solo online non permette la loro supervisione da parte di adulti, come insegnanti e genitori.
Anna, appunto, descrive come la guerra abbia trasformato la sua vita e la sua percezione del mondo. “Ho dovuto crescere in fretta e mettere da parte i miei progetti”, dice. “La paura è diventata parte della mia vita quotidiana, e ho imparato a apprezzare le piccole cose, come un semplice caffè e ascoltare la musica preferita nelle cuffie.”

Lavoro minorile e traffico di essere umani: problemi sottovalutati

Nonostante la gravità della situazione, il lavoro minorile e il traffico di esseri umani non sono percepiti come rischi principali da molti intervistati. Molti adolescenti tra i 16 e i 17 anni si trovano costretti a svolgere lavori per contribuire alle finanze familiari, e il 14% degli intervistati considera questa pratica come un dovere dei figli per sostenere l’economia familiare. Solo il 3% percepisce la violenza di genere come una minaccia significativa.

L’accesso ai servizi di protezione e benessere

Il report evidenzia che il 78% degli intervistati denuncerebbe una situazione abusante ai servizi di protezione e alla polizia, con una preferenza per quest’ultima. Inoltre, l’82% ritiene che i minori debbano avere la possibilità di prendere decisioni riguardanti il loro tempo libero, suggerendo un bisogno di maggiore autonomia e rispetto per i diritti dei giovani.
Anna infatti, riflette sulla difficoltà di mantenere un’apparenza di normalità nonostante la guerra. “Cerco di essere serena e fare del mio meglio per rendere felici i bambini nella ludoteca, ma non è lo stesso quando la guerra è presente quotidianamente nelle nostre vite” dice. “La vita è diversa, e la guerra ha cambiato me e la mia vita in modi che non avrei mai immaginato. Ho cominciato a interessarmi di più alla storia del mio paese, a imparare qualcosa di nuovo, e più imparo, più odio il russo… Ho smesso di ascoltare musica russa, di guardare programmi e film televisive russi…
Questi anni di vita in guerra sono avvolti nella nebbia: i giorni sono monotoni, e ti rendi conto che si portano via gli anni della giovinezza. E il peggio è che ci si potrebbe abituare a questa nebbia.
Desidero tanto una vita normale, la vita che era “prima”, ma che non tornerà mai più, nemmeno quando finirà la guerra.”

La necessità di supporto e attenzione

I dati e le testimonianze del report mostrano chiaramente che i bambini e le famiglie ucraine vivono in una realtà devastante e complessa. È fondamentale che la comunità internazionale e le organizzazioni di supporto continuino a focalizzarsi sulla protezione e sul benessere dei minori, offrendo risorse adeguate e un aiuto concreto per affrontare le sfide quotidiane imposte dal conflitto.
La guerra ha cambiato profondamente la vita di molte persone e la storia di Anna è un potente promemoria della necessità di compassione e azione da parte di tutti. Solo con un impegno costante e una solidarietà sincera possiamo sperare di alleviare un po’ di sofferenza e costruire un futuro migliore per i bambini ucraini e per tutta l’infanzia – vittima di conflitti assurdi.

Il tuo sostegno ai bambini dell’Ucraina

Il perdurare di questa situazione terribile richiede ancora una volta il sostegno di tutti, per riuscire ad andare incontro ai bisogni delle famiglie e, soprattutto, dei bambini, da sempre le prime vittime di ogni guerra e ogni emergenza. Chiunque può dare il suo contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE.