BAMBINIxLAPACE. Irina e il ludobus che regala sorrisi e giochi ai piccoli profughi ucraini

Dall’orfanotrofio alla guida di un progetto educativo, Irina torna nella sua terra per sostenere i bambini ucraini fuggiti dalla guerra e rifugiati nei vari villaggi della Moldova con il Ludobus. Un’iniziativa che porta svago e apprendimento nelle scuole, facendo crescere l’amicizia e la speranza

Irina è la giovane in primo piano che scatta il selfie, felice del progetto Ludobus e della squadra di persone che con lei riescono a portare gioia, divertimento, proposte educative a tanti bambini e bambine, profughi ucraini, che sopportano ogni giorno il peso della guerra nel loro paese, dell’abbandono o di difficoltà familiari.
Fardelli che l’equipe Ai.Bi. allevia grazie a un progetto itinerante in tutta la Moldova.

La testimonianza di Irina

“Sono la coordinatrice del gruppo e del progetto Ludobus: occorre organizzare la visita nelle scuole partner, decidere i luoghi e gli itinerari, nonché il numero di bambini coinvolti – spiega Irina, 27 anni – le persone dell’équipe hanno ruoli diversi e compiti che variano di giorno in giorno. Oggi Ludobus è cresciuto ed è una attività rilevante di due progetti: il primo si sviluppa in cinque regioni della Moldova, tre a sud e due a nord, coinvolgendo scuole e bambini delle varie comunità che visitiamo; il secondo, più piccolo, si realizza a Carpineni, dove tempo fa c’era l’orfanotrofio e dove oggi invece ci sono diverse strutture di protezione per l’infanzia”.
Carpineni è un nome familiare per Irina, che si ricorda di quell’istituto in cui lei e i fratelli hanno vissuto alcuni anni, quando erano bambini e adolescenti.
“Quando ho accettato questo lavoro in realtà non avevo immediatamente compreso che si trattava proprio della stessa cittadina – ricorda – Tornata con il Ludobus, ho ricordato quella ludoteca che era stata realizzata proprio da Ai.Bi. all’interno dell’istituto: uno spazio per giocare e imparare, aperto ai bambini della città per facilitare l’incontro con i bambini che sono cresciuti in istituto”.
Sono passati molti anni da quel periodo, ma la giovane coordinatrice che lavora per la sede Ai.Bi. di Chisinau ci aiuta a ricordare la sua storia esemplare e per certi aspetti simile a quella di altri compagni le cui famiglie, a causa di temporanee difficoltà, affidavano i figli agli istituti.
“Mia madre e mio padre erano molto giovani quando sono nata – racconta –  ed era difficile occuparsi di tutta la famiglia e dei tre figli. C’erano pochi soldi e per trovare lavoro ci siamo trasferiti dalle zone centrali della Moldova, dove i miei erano nati, fino a quelle più a nord. Poi mio padre, per seguire opportunità di lavoro, è emigrato in Russia, poi in Polonia e Portogallo, mia madre ha lavorato anche in Italia. In quegli anni per noi la soluzione è stata vivere nel centro di Carpineni, perché i nonni vivevano in paesi lontani dalle scuole e non potevano occuparsi di noi”

I bisogni dei bambini che vivono negli istituti

Irina conosce bene quindi i bisogni dei bambini che vivono negli istituti: nel suo caso si è trattato di pochi anni, prima del rientro in famiglia, per molti invece l’istituto è il luogo in cui crescere fino alla maggiore età.
Il suo racconto ritorna agli spazi di gioco per bambine e bambini: “Ricordo ancora, io c’ero il giorno dell’inaugurazione della ludoteca di Carpineni!”, lasciando comprendere quanto fosse essenziale poter disporre di uno spazio a misura di bambino in luoghi caratterizzati da giornate simili tra loro e programmi standard per tutti.
Quando sono rientrati in Moldova, dopo aver comperato una casa con i soldi risparmiati negli anni di lavoro all’estero, i suoi genitori sono andati a riprendere i figli all’istituto di Carpineni. La vita è proseguita e Irina ha completato i suoi studi all’università.
“Il mio sogno era diventare archeologa anche se mentre studiavo Storia, la mia passione, trovavo il modo di lavorare come animatrice per bambini. Ho anche lavorato per alcuni musei e l’idea di trasmettere ai più piccoli il senso del passato e del patrimonio storico mi affascinava. Poi negli anni ho capito che, qualsiasi fosse la professione, la parte più bella del lavoro era interagire con bambini”

Scegliere Ai.Bi.

Dopo alcune esperienze con varie organizzazioni umanitarie, in centri per richiedenti asilo e rifugiati, Irina ha poi scelto il lavoro offerto da Ai.Bi. a Chisinau. Dal dicembre dello scorso anno, quando Irina ha iniziato a dedicarsi al progetto Ludobus, sono stati raggiunti oltre 2mila bambini, tra scuole e realtà locali.
“Cerchiamo sempre di monitorare lo sviluppo del progetto, chiedendo alla comunità, alle famiglie e agli insegnanti di darci feedback dopo le nostre attività, per migliorare i servizi e raggiungere più bambini e ragazzi possibili. Il sistema educativo moldavo è immutato da tempo quindi attività come quelle proposte dal Ludobus sono apprezzate anche perché nuove, capaci di stimolare i ragazzini anche dal punto di vista delle emozioni e delle relazioni con gli altri, per esempio”.
Irina sottolinea anche il fatto che spesso molte scuole non sono state rinnovate, non hanno fondi o spazi adeguati per gli studenti.

Una giornata tipo sul Ludobus

Quale dunque una giornata tipo, quando arriva il Ludobus?
“Ogni mese si sceglie un tema, questo è il mese dell’amicizia – aggiunge – così tutte le attività sono incentrate sui valori dell’amicizia. Facilitiamo i processi di conoscenza nel gruppo perché oggi i ragazzini non sanno bene interagire con gli altri. Proponiamo giochi e attività educative che favoriscano il lavoro di squadra”.
Dal giardinaggio al riciclo, ai giochi per imparare a vincere, perdere e essere felici per chi vince, le attività di progetto stimolano bambine e bambini a esprimere e descrivere le loro sensazioni, specie se a causa della guerra o di traumi conservano dentro di loro blocchi emotivi.
Le quattro animatrici dell’équipe propongono rispettivamente un’area gioco e i bambini dovranno scegliere quella preferita; la psicologa si pone come osservatrice, intervenendo quando necessario.
“La seconda parte dell’attività prevede uno snack dopo la scuola, i bambini hanno sempre fame!  – conclude Irina – Teniamo da parte qualche dolcetto come premio per aver partecipato. Molti bambini provengono da famiglie che non possono permettersi di comprare dolci”.

Il tuo sostegno ai bambini dell’Ucraina

Le iniziative di Ai.Bi. in Ucraina e Moldova si susseguono ormai da oltre due anni. Purtroppo, la guerra non accenna a finire e, con essa, non finiscono i bisogni dei bambini e delle famiglie. Anzi, ogni giorno che passa è un giorno in più di guerra ad appesantire i pensieri, il vivere quotidiano e la speranza verso il futuro. Ecco perché oggi più che mai serve l’aiuto di tutti per riuscire ad andare incontro ai bisogni delle famiglie e, soprattutto, dei bambini, da sempre le prime vittime di ogni guerra e ogni emergenza. Chiunque può dare il proprio contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. EMERGENZA UCRAINA

E ricorda: ogni donazione gode delle seguenti agevolazioni fiscali.