BAMBINIXLAPACE. Moldova. La Helpline telefonica di supporto ai profughi ucraini per affrontare la sindrome del sopravvissuto

I disturbi più frequenti che si riscontrano, sono l’angoscia, lo stress, la depressione, il senso di colpa per essersi salvati, mentre in Ucraina, la guerra continua

“Buongiorno!  Benvenuti alla Linea telefonica di supporto psicologico. Come La possiamo aiutare?”

Con questa frase iniziano la loro giornata di lavoro Ana, Silvia, Natalia e Ștefan. Sono i nostri colleghi della “Help Line” telefonica 0800.10.804

che Ai.Bi. ha aperto in Moldova, per offrire supporto psicologico alle donne, alle famiglie e ai bambini profughi in difficoltà, nonché a tutte le donne vittime di violenza.

Dal mese di maggio, da quando è stata inaugurata ufficialmente la Linea, i “quattro moschettieri” del servizio psicologico di Ai.Bi. Moldova, con questa frase accolgono chi chiama, per trovare sostegno.

Un impegno, a sostegno di chi soffre

Lunghi circa due ore, o brevissimi, di qualche minuto, i dialoghi con i beneficiari che chiamano hanno l’obiettivo di ascoltare, tranquillizzare, di far capire che non sono soli, che c’è un domani e che questo domani può tornare ad essere sereno come lo era prima.

Ad usufruire della linea sono sia donne che uomini, con un’età, in maggioranza, superiore ai 60 anni. “Si mostrano un po’ diffidenti all’inizio” riconosce Ana, una delle operatrici della Linea: “forse perché prima hanno bisogno di soddisfare i propri bisogni di base, legati al vitto e l’alloggio, e poi badare all’anima, che è capace di accumulare dolore in silenzio.”

Ana, economista di primo mestiere, ma da sempre psicologa nel cuore, ammette che è difficile parlare delle proprie ferite quando si tratta di perdite, soprattutto in un contesto di guerra, “ma se chiamano – spiega – è perché sono ancora ancorati alla vita e noi siamo qui per aiutarli a trovare altri ganci, per farli andare avanti”.

In media, durante la settimana, la Linea registra circa 20 telefonate.

In gran parte, chi chiama, racconta delle proprie difficoltà materiali ed emozionali. Da quest’ultimo punto di vista, in particolare, i disturbi più frequenti che si riscontrano, sono l’angoscia, lo stress, la depressione, il senso di colpa per essersi salvati, mentre in Ucraina, la guerra continua a rubare vite di giovani soldati, diventati tali da un giorno all’altro, per difendere la libertà del Paese.

C’è la paura per il futuro incerto. Per una realtà che ci si trova a vivere da 10-11 mesi, senza possedere nulla, senza progetti, senza affetti… tutti annullati, o sospesi per chissà quanto tempo.

Le consulenze che i nostri operatori forniscono sono sia di orientamento verso servizi specializzati, a seconda del caso, sia di appoggio, dove i beneficiari imparano a ritrovarsi, prima di tutto, e poi ad essere una risorsa per chi è più debole.

Sono rari, ma ci sono anche dei casi in cui i beneficiari richiamano una seconda volta per approfondire consigli, per condividere vissuti, o semplicemente per ringraziare.

Lo hanno fatto, per esempio, la settimana scorsa, chiamando la Linea per ringraziare dell’accoglienza ricevuta alla dogana di Palanca, e per il servizio di appoggio morale.

I beneficiari riferiscono infatti, che, dopo le consulenze che ricevono, si sentono meglio, alleviati e ascoltati, perché: “C’è qualcuno che si preoccupa per loro”.

Sostieni anche tu la campagna #BAMBINIXLAPACE

In questo contesto difficile, è più che mai prezioso l’aiuto che ognuno può dare aderendo al progetto di adozione a distanza dei bambini e le famiglie ucraine, che permette di dare continuità agli interventi che Ai.Bi. compie nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. Clicca QUI per dare il tuo contributo.