BAMBINIxLAPACE. Tornare in Ucraina è come giocare al lotto… ma ne vale sempre la pena!

“Mi sentivo più congelata dalla paura che dal freddo. Sì, eravamo al sicuro, però non c’era niente di sicuro.” La dolorosa testimonianza di Olga

Come Irina, Olga è un’operatrice che si è unita da poco all’equipe di Ai.Bi. in Moldova.
Arriva dalla regione di Odessa, come molti cittadini Ucraini che hanno scelto la capitale moldava, Chisinau, come destinazione temporanea, per non patire eccessivamente la lontananza dalla propria Terra e dai parenti e amici.

La testimonianza di Olga

“Se non dovessimo contare il tempo che si sta in dogana, in quattro ore saremmo già in Ucraina” dice Olga, prospettando il suo prossimo viaggio in Patria. E ammette che “il ritorno a casa e come il gioco del lotto. Ma, che cosa non si fa per i propri cari?!”
Da due anni, infatti, la Moldova è diventata per Olga un punto sicuro di riferimento e anche un punto di partenza verso le due direzioni stabili: Ucraina e Germania.
In Ucraina la aspettano il marito, la madre e la sorella maggiore con la sua famiglia.
In Germania la aspetta la figlia Anna, ormai diventata maggiorenne, felicemente integrata nel nuovo contesto.
Per raggiungere questa serenità ci è voluto tempo e sangue freddo, come confessa Olga.
Nel primo periodo dall’inizio della guerra, Olga era convinta che tutto sarebbe tornato presto alla normalità, che la famiglia non si sarebbe separata e che l’amore per il proprio Paese sarebbe bastato per tenere la famiglia unita.
Invece, in seguito a un episodio molto duro che ha messo a dura prova la figlia, in un solo giorno è stata presa la decisione di lasciare tutto e andarsene dalla guerra.
I parenti sono stati avvisati della partenza per telefono, appena Olga era salita con la figlia in uno dei bus della salvezza.

L’accoglienza al confine di Palanca e il viaggio verso le nuove destinazioni

Verso la metà del mese di marzo, nel 2022, madre e figlia attraversavano il confine tra l’Ucraina e la Moldova.
I bus erano strapieni.
“Mi sentivo più congelata dalla paura che dal freddo. – Ricorda Olga. – Sì, eravamo al sicuro, però non c’era niente di sicuro. Questo mi rendeva molto ansiosa. I volontari presenti ci sono stati vicini in quei momenti di sgomento, riscaldandoci con bevande calde e con speranze”.
In Moldova si sono fermate per poco tempo poiché, alla dogana, sono state informate sulla possibilità di viaggiare in Germania.
Così è iniziata una nuova vita per la figlia di Olga, allora sedicenne.
Dopo aver visto gli orrori della guerra, la ragazza ha deciso che il suo futuro sarebbe continuato in Germania, al sicuro, una decisione che la madre ha dovuto rispettare, nonostante preoccupazioni che le hanno fatto trascorrere molte notti in bianco.
“Non è facile per una madre lasciare l’unica figlia alla cura delle autorità di un paese straniero, lontano, sconosciuto, e tornare in un altro posto, per poter seguire, sempre da lontano, l’altra parte della famiglia.” Racconta Olga, che intanto, cerca di fare pace con il suo cuore, convincendosi di aver preso la decisione giusta lasciando la figlia “per il suo benessere psicologico”.
Da due anni, la comunicazione tra la madre e la figlia avviene via chat. Circa ogni sei mesi.
Ora la ragazza sta bene, è serenamente integrata, parla fluentemente l’inglese e il tedesco e cerca di rendersi utile presso i vari servizi sociali, come per restituire il favore alla comunità che l’ha accolta due anni fa.

Lavorando per il popolo sfollato in Moldova

Oltre alla vicinanza a Odessa, un motivo per il quale Chisinau è diventata la “città dell’animo” di tanti ucraini sfollati è la lingua. Nel caso di Olga questo è stato un grande vantaggio che le ha permesso di inserirsi facilmente nel campo lavorativo e nella vita sociale della città.
Così, mantenendosi occupata, Olga ha potuto concentrare tutte le sue risorse e pensieri sul lavoro che svolge con dedizione e motivazione per aiutare con consigli adatti i suoi connazionali presenti in Moldova.
Olga gestisce la parte giuridica della HelpLine avviata da Ai.Bi. in Moldova, in favore dei cittadini ucraini.
Si considera fortunata a poter prestare questo servizio, fornendo consigli giusti, viste le conoscenze che possiede in materia di legislazione. Un’esperienza che ha potuto maturare grazie al suo lavoro precedente presso un’ONG internazionale.
Dall’altra parte, confessa che anche i beneficiari diventano più confidenti e parlano con più leggerezza dei propri problemi, se la persona che li assiste comprende davvero la loro situazione.
“Farli aprire per parlare con sincerità di aspetti delicati è già un buon esito e io sono contenta di offrire consigli utili ai beneficiari, orientandoli verso i servizi e gli specialisti appropriati, affinché possano risolvere tempestivamente i loro problemi”.
E di problemi ce ne sono tanti, soprattutto per i più anziani, per i disabili, per le madri con bambini affetti da malattie gravi, per le persone impreparate che non hanno accesso ai servizi tecnologici, e di conseguenza non possono beneficiare dei sussidi ai quali hanno diritto.
Per tutti loro, Olga è una risorsa importante.
Olga sostiene tutta l’energia che impiega nel lavoro la deve ai risultati che consegue aiutando gli altri e all’equipe del Ludobus, con la quale lavora nello stesso spazio.
“Qui, con le mie nuove colleghe, mi sento utile nel lavoro che svolgo.
La loro determinazione nell’aiutare, l’allegria e la giovinezza mi ricordano mia figlia.
Questo mi aiuta a mantenermi in forma e restare agli occhi di mia figlia una madre forte e capace di accompagnarla in ogni suo traguardo. Se posso fare questo per mia figlia, lo posso fare anche per gli altri.” Conclude, augurando “PACE” a tutti.

Restiamo vicini ai bambini dell’Ucraina

Serve ancora il sostegno di tutti per venire incontro ai tanti bisogni delle donne, mamme e famiglie colpite dal conflitto. Chiunque può dare il suo contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE.
Se vuoi fare di più e stare vicino ogni giorno ai bambini ucraini colpiti dalla guerra puoi aderire al progetto “Adotta a distanza i bambini in Ucraina”.