BAMBINIxLAPACE. Aspettare chi non arriva: il dramma degli adolescenti di Kiev

In Ucraina l’attesa di un amico si consuma tra detriti e lacrime, non più con una telefonata ma con il cuore sospeso: così capita, quasi ogni giorno a Kiev, dove si vedono gruppi di adolescenti aspettare per vedere se l’amico che manca, sepolto sotto le macerie della sua casa distrutta dall’ennesimo missile russo, esca vivo

Quanti muretti, quante panchine, quanti angoli di strada di per sé poco significativi sono diventati importanti per milioni di ragazzi in tutto il mondo? Perché, normalmente, ogni compagnia di amici ha un posto “suo” dove ritrovarsi, dove si sa che, passando senza avvisare, magari qualcuno con cui fare due parole lo si trova. E se non c’è nessuno, o se qualche amico è in ritardo, basta un messaggino per sapere dove sia.
Kiev, come in moltissime città dell’Ucraina, da oltre tre anni non è più così. E può capitare che gli amici aspettino di incontrare chi non arriva… guardando un mucchio di macerie, e sperando che da quell’ammasso di polvere e brandelli di muro, provocato da un missile russo, il proprio amico possa uscire ancora vivo.

L’attesa

È quello che è successo, ancora una volta, in una giornata di fine arplie, quando un gruppo di adolescenti ha trascorso ore vicino a una casa crollata, sperando che il loro amico fosse ancora vivo sotto le macerie.
Siamo tutti amici della stessa compagnia – racconta Ivan alla pagina Facebook di Unicef Ucraina – Al mattino abbiamo appreso che la casa dove vive il nostro amico è stata colpita e tutti sono venuti qui. Siamo stati qui per più di 12 ore e per tutto questo tempo abbiamo sperato che fosse vivo, dice il 17enne Ivan.” Ma col passare del tempo, le speranze si sono spente. Il corpo del giovane è stato ritrovato senza vita sotto le macerie.
Victoria, parla con la voce rotta:  “Era il migliore amico. Stava portando a spasso il mio cane ieri. E ora se n’è andato. È difficile da credere. Tutti piangono e non riescono a rendersi conto di quello che è successo…. E vorrei che la gente lo sapesse – che era bravo”.
Nonostante non ci fosse più nulla da fare, i ragazzi sono rimasti lì, stretti l’uno all’altro. ” Vogliamo solo stare qui insieme… Insime è un po’ più facile”, dice Vik.
Nell’attacco sono morti tre bambini. In Ucraina, l’attesa non è più un gesto leggero. È resistere insieme, anche solo per non crollare del tutto.

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Le iniziative di Ai.Bi. in Ucraina e Moldova si susseguono ormai da tre anni. Purtroppo, la guerra non accenna a finire e, con essa, non finiscono i bisogni dei bambini e delle famiglie. Anzi, ogni giorno che passa è un giorno in più di guerra ad appesantire i pensieri, il vivere quotidiano e la speranza verso il futuro. Ecco perché oggi più che mai serve l’aiuto di tutti per riuscire ad andare incontro ai bisogni delle famiglie e, soprattutto, dei bambini, da sempre le prime vittime di ogni guerra e ogni emergenza. Chiunque può dare il proprio contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che Ai.Bi. compie ogni giorno nel contesto della campagna #BAMBINIXLAPACE. EMERGENZA UCRAINA

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