BAMBINIxLAPACE. Ucraina. Un sabato squarciato da un razzo a Dnipro

Nell’edificio colpito dall’attacco missilistico vivevano 1.700 persone. Ecco alcuni dei ricordi di chi, in quel palazzo ci viveva e ha perso i propri cari

Città di Dnipro, in Ucraina. È il 14 gennaio, un fine settimana, ora di pranzo. Alle due suona la sirena, che durerà per circa tre ore. Un missile colpisce un edificio residenziale di 9 piani. Secondo il vice capo dell’ufficio del presidente Kyril Tymoshenko, si tratta di una casa con 16 ingressi e circa 1.700 residenti.

Ecco alcune delle storie di chi in quell’abitazione abitava, raccontate sui social.

Anastasia Shvets
Una foto di Arsen Drozdaev, scattata appositamente per Hromadske, è stata diffusa in rete e nei mass media. Nella foto, si vede Anastasia Shvets, 23 anni, seduta accanto alla propria vasca da bagno tra le rovine del suo appartamento, in attesa dei soccorsi, che tiene tra le mani una ghirlanda di Capodanno.

“Sono stata colpita – racconta- da una porta nel letto, parte della cucina è nella stanza. Non c’è più il bagno, la cucina, non c’è il corridoio né la dispensa, c’è una voragine e vedo l’altra parte dell’ingresso, l’ingresso di qualcun altro. Non so dove siano i miei genitori. Dicono che siano vivi, io sono sicura che fossero in cucina, ma la cucina non c’è più”.
A settembre, il fidanzato di Anastasia, è morto. Ha combattuto nelle forze armate.

 

Famiglia Halychi
Yevhen Halych in un post pubblicato sui social ha scritto: “Questo è mio nonno, che ha quasi 90 anni, è sopravvissuto alla guerra e ora deve riviverla. Che la gente veda e sappia che anche il nemico non merita il dolore che stanno vivendo i comuni pensionati”.
Evgeny, Maksym e la loro sorella maggiore Tatiana hanno pubblicano una richiesta di aiuto su Instagram, affermando che la madre e il nonno sono rimasti senza casa a causa dell’attacco. Il nonno è rimasto ferito, una foto dell’uomo insanguinato è stata pubblicata dalla nipote sul giornale.
Due amiche e madri
Sotto le macerie sono morte due amiche: Iryna Salamatina e Olga Usova. Il 14 gennaio passavano davanti alla casa colpita da un razzo. Olga ha lasciato un figlio di 3 anni. Olga è di Donetsk. Ha lavorato nella “squadra di volontari” dentisti, partendo su un autobus appositamente attrezzato per curare i soldati in missione. Iryna ha due figli, un figlio di 13 anni e una figlia di 6 anni. Sono stati in Polonia per qualche tempo in primavera, ma sono tornati a casa.

Maksym Omelyanenko

Maksym ha 31 anni e sta difendendo il punto più caldo del fronte: Bakhmut. Poche settimane prima del bombardamento di Dnipro, ha scritto: “Se muoio giovane, prometto che andrà bene per me, nessuno vive per sempre, ma spero che quando arriverà il mio momento, andrò via con un sorriso (…) La vita è un viaggio, sono grato di avere l’opportunità di vivere e imparare attraverso il dolore”.
Sua madre Lyudmila, il suo cane e il suo gatto erano sotto le macerie. La madre è stata salvata dal loro appartamento all’ultimo piano. È sopravvissuta in una parte della cucina, schiacciata dai fornelli.

Roman e Olena Zhuravski

Roman e Olena Zhuravski con i loro due figli sono fuggiti dalla prima linea di Toretsk, nella regione di Zaporizhzhia. Elena è incinta del suo terzo figlio. Vivevano con la loro nonna di 73 anni nell’edificio distrutto. Quel giorno era rimasta a casa perché non si sentiva bene mentre la famiglia era andata in chiesa. La nonna è morta, ha riferito un amico di famiglia.

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