Banche e conti correnti: perché i nostri risparmi rendono così poco

La Legge di Bilancio apre il dibattito sugli extra profitti delle banche, tra tassi bassi sui depositi e mutui più cari della media europea

Tra i temi più discussi e controversi della nuova Legge di Bilancio, ancora in fase di definizione, c’è senza dubbio il contributo straordinario sugli extra profitti delle banche. Una misura che divide la maggioranza e che potrebbe subire modifiche dopo il parere della Bce. Il tema tocca un punto molto sensibile: il rapporto tra banche e cittadini che, sotto un profilo strettamente economico, diventa confronto tra il rendimento dei conti correnti, il costo del denaro e gli interessi sui mutui.

Italia, un Paese di risparmiatori

In Italia, a fine 2024, risultavano essere aperti 48.110.106 conti correnti intestati a famiglie e imprese, con un incremento del 13,2% rispetto al 2019. Numeri senza dubbio importanti che hanno generato una raccolta complessiva di circa 1.200 miliardi di euro, segno di una crescente fiducia nello strumento bancario. Tuttavia, questa massa di denaro “parcheggiata” sui conti frutta pochissimo: gli interessi riconosciuti ai correntisti restano pressoché nulli, mentre il costo del denaro fissato dalla Banca Centrale Europea si aggira attorno al 2%. Ricordando che per “costo del denaro” si intende, semplificando, il “prezzo” da pagare (sottoforma di interesse) per ottenere un prestito, è chiaro come il rapporto tra cittadini e banche sia sbilanciato a favore di queste ultime.

Rendimenti a zero e mutui al 3%

La forbice si allarga ulteriormente se si guarda ai mutui, dove i tassi medi superano il 3%. In pratica, chi deposita i propri risparmi non ottiene quasi nulla, mentre chi chiede un prestito o acquista casa paga interessi elevati. Questa disparità alimenta la percezione di squilibrio nel rapporto banca-cliente e riapre il dibattito su una più equa redistribuzione dei margini di guadagno del sistema bancario.
Nasce da qui l’idea di una tassa sugli “extraprofitti” delle banche, ovvero su quei guadagni che derivano, appunto, da questi squilibri favorevoli alle banche.

Il confronto con i paesi europei

Come detto, il dibattito, anche all’interno della stessa maggioranza, resta molto aperto ed è prevedibile che il passaggio della Monovra in Camera e Sanatop potrà apportare dei cambiamenti.
Quello che si può già fare ora, però, è un confronto con altri Paesi europei che mostrano differenze significative: altrove gli istituti hanno già iniziato a riconoscere rendimenti più dignitosi sui depositi. In Italia, invece, come abbiamo visto, i rendimenti sono ai minimi. E la fiducia dei risparmiatori attende ancora risposte concrete.