Una Barbie madre adottiva? Non è un film: è esistita davvero!

Tra il 2001 e il 2009 la Mattel produsse Barbie Going home, un modello di Barbie pensato come regalo per le bambine cinesi adottate dalle famiglie americane

Barbie adozione o meglio “Barbie Going home” è esistita: sempre bionda e bianca, un po’ come la ‘Barbie Stereotipo’ o cellula primordiale da cui si sono generate tutte le successive. Nella sua tipica scatola rosa, ma stavolta con qualche dettaglio esotico, Barbie sorride e tiene in braccio un neonato o una neonata dai tratti cinesi. Senza Ken, ma tanto sappiamo ormai – come ci ricorda il film di Greta Gerwig campione di incassi – che lui è soltanto un ‘accessorio’.
È così forse in Barbieland, non certo nel mondo reale, come ben sappiamo: madre e padre nell’adozione hanno ruoli ancor più paritari, quasi, che nella genitorialità biologica, non fosse altro per il percorso che iniziano e vivono insieme durante tutta la ‘gravidanza adottiva’.

Una Barbie adottiva: tra regalo e operazione di marketing

“Barbie going home”, in ogni caso, è un modello mai andato in produzione ma creato ad hoc da Mattel, dal 2001 al 2009, come dono alle famiglie americane che adottavano in Cina a Guangzhou e che soggiornavano abitualmente in un hotel della città durante il periodo di affiatamento con i propri figli.
Il personale dell’hotel, il White Swan, provvedeva a far trovare la Barbie sul cuscino del letto: una sorpresa per tutti, spesso molto gradita dalle bambine accolte in adozione. Alcune di loro, oggi adolescenti, sono addirittura ritratte all’interno di un blog di famiglie adottive, immortalate con la loro Barbie ancora nella scatola.
Un giocattolo che forse voleva essere un simbolo, un segno concreto di quel Gotcha Day così celebrato negli Stati Uniti: è il giorno dell’incontro con il proprio figlio o figlia, il giorno in cui si torna a casa e si celebra con tutta la famiglia allargata anche negli anni a venire. In ogni caso, nel quadro delle (evidenti) finalità di marketing del colosso dei giocattoli, è probabile che questo modello di Barbie fosse considerato una sorta di test prima di lanciarlo sul mercato: gli Stati Uniti sono il Paese che nel mondo detiene da sempre il record di adozioni – seguito dall’Italia – e la Cina è sempre stato un Paese di provenienza di migliaia di bambine e bambini.

Le perplessità dei genitori

La comunità adottiva statunitense, tuttavia, non fu unanime nell’accogliere positivamente questo dono: gli appassionati, i collezionisti, le famiglie pro-Barbie apprezzarono il gesto, mentre altre criticarono l’operazione consumistica, fuori luogo, pronta a banalizzare un momento privato e intimo come quello dell’incontro e dei primi giorni di conoscenza tra genitori e figli.
Malgrado le polemiche, i sostenitori della bambola più famosa di sempre – ricordano le cronache – chiesero all’azienda tramite una petizione di produrre questa Barbie e farla arrivare dei negozi ma l’operazione si concluse in un nulla di fatto.