Bari. Garante per l’Infanzia Albano sequestrata in una struttura di accoglienza per minori stranieri non accompagnati: “O fate qualcosa per noi oppure da qui non uscite”

filomena albanoLi hanno chiusi all’interno della struttura. Hanno bloccato le loro automobili, impedito l’accesso al cancello di uscita. “O ci date qualche risposta, oppure da qui non uscite” hanno gridato. E’ servito l’intervento dei carabinieri per far concludere senza conseguenze la visita di Filomena Albano, Garante per i minori, al centro per stranieri accompagnati di Cassano Murge (Bari).

La visita era prevista da tempo e serviva, appunto, a verificare le condizioni nelle quali questi ragazzi sono ospitati. Il sequestro è durato circa un’ora e sono stati i carabinieri a liberare lei e  persone costrette a rimanere chiuse nella struttura dove ci sono circa 30 ragazzi provenienti prevalentemente da Gambia, Nigeria ed Egitto.

Filomena Albano era accompagnata nella visita al centro di Cassano dal garante regionale dei diritti dei minori, Rosy Paparella. A quanto si è saputo, mentre gli operatori e le garanti erano nella sala riunioni del centro governativo d’accoglienza, in compagnia anche dei ragazzi ospiti della struttura, è scoppiata la protesta: i minorenni hanno cominciato ad urlare e alcuni avrebbero minacciato di morte la responsabile del centro, circondando la delegazione.

Nella struttura ci sono una trentina di ragazzi – racconta la Paparella – che arrivano da Gambia, Nigeria ed Egitto, completamente esasperati. Sono lì da dicembre e in questi due mesi non hanno fatto nulla. Solo mangiare e dormire. Non è partito un progetto, non vanno a scuola, niente. Sono in attesa di una nuova destinazione ma non hanno risposte”.

In più alcuni di loro, i dieci più esagitati – continua -, arrivano dalla Calabria dove per 11 mesi erano stati ospitati in un centro per adulti. Una situazione esplosiva che, effettivamente, ieri è degenerata”.

Dove è la legge per accoglienza diffusa? Un disegno di legge che ne preveda una degna accoglienza c’è, promosso dalla deputata del Partito Democratico Sandra Zampa. Ma dopo essere rimasto fermo in Commissione Giustizia per anni e aver finalmente ottenuto l’approvazione della Camera a fine ottobre, il suo iter si è di nuovo bloccato.

Sono esasperati – precisa Paparella – per legge avrebbero dovuto rimanere in strutture di questo tipo per non più di 60 giorni e invece appunto c’è gente che sta così da 15 mesi. Hanno affrontato viaggi infernali per arrivare in Italia e immaginavano il loro futuro in maniera diversa, non una lunga attesa di chissà che cosa poi. Per questo è necessario dare loro risposte assolutamente in tempi brevi, altrimenti l’esasperazione porta a follie di questo tipo“.

Noi continueremo nel nostro lavoro – conclude la garante–  con le poche forze che abbiamo a disposizione. Il problema dei tempi è rilevante. La prima accoglienza, soprattutto quando su questi numeri, funziona se è limitata nei tempi“.

Fonte: ansa