Bimba down adottata da un single gay. Ora serve un miracolo

La psicologa: “Ha bisogno di una madre. Lui gliela trovi”

Si chiama Alba, ed è stata abbandonata dalla madre naturale in ospedale subito dopo la nascita e, prima di trovare qualcuno che la adottasse, è stata scartata da ben sette coppie. Già, perché purtroppo Alba non è una bimba come le altre, ma è affetta dalla sindrome di Down.

Ad adottarla, alla fine, è stato un uomo single. Luca Trapanese, di 40 anni, napoletano. Il problema è che Luca oltre che single, è anche omosessuale. Il 40enne aveva fatto richiesta di adozione senza porre alcun limite, così il Tribunale ha scelto di affidargli Alba, che ha da poco compiuto i 18 mesi di età, e che ora dovrà però crescere senza una madre, una figura di cui invece avrebbe naturalmente bisogno.

Ogni creatura umana – ha scritto al riguardo su La Verità di venerdì 23 novembre Silvana De Mari, medico chirurgo, psicologa e scrittrice – ha un bisogno biologico, totale della madre, figura non sostituibile che permette per contatto la formazione del senso del sé e insegna per imitazione, la regolazione delle emozioni: se perde la sua madre naturale, avrà una ferita che del tutto non si rimarginerà mai, che può essere curata non del tutto ma benino se una seconda madre compare a sostituire la prima, e meno bene se questa seconda madre non compare. Un bambino che ha già subito la ferita primaria della perdita della madre non deve essere sottoposto al secondo trauma della perdita di una figura materna sostitutiva”.

Dio – ha proseguito la scrittrice – non gioca a biliardo, come diceva la buonanima del dottor Albert Einstein, per riassumere il concetto che madre natura segue sempre linee logiche, a una capacità di accoglienza fisica corrisponde una capacità di accudimento altissima. Le maestre sono spesso di sesso femminile e soprattutto le assistenti sociali, ad esempio, sono di sesso femminile. Ora ci spiegano che le donne sono diventate talmente dure, talmente attaccate alla carriera e al tempo per andare in palestra, che per accogliere una piccola con la sindrome di Down si è dovuto cercare un maschio”.

Questo legame – ha aggiunto la De Mari – non può essere rotto, quest’uomo e questa bambina si vogliono bene, quindi non ci resta che sperare in un miracolo, in un piccolo miracolo: che questo uomo trovi per la bimba, che ora è la sua bimba, una madre, che le faccia l’unico dono che importi, una mamma. La cosiddetta omosessualità è un comportamento appreso, che come può essere appreso può essere disatteso. Non è nulla di genetico e nulla di irreversibile. Disattenderlo è possibile e molto più frequente di quanto si pensi. Ma non è facile. E occorre una volontà di ferro, una motivazione d’acciaio. L’amore per un figlio, una figlia, può essere una motivazione. Questa bimba ha bisogno di un padre e di una madre, una vera madre, non una figura femminile che gira per casa, una madre. Questa bimba ha bisogno della mamma. Che l’uomo che le vuole bene la trovi”.