Brescia. Infanzie e famiglie al tempo del covid: la scoperta della “resilienza”

Così è trascorso l’anno cercando di creare una normalità e una serenità, attraverso la qualità che i bambini più di tutti ci insegnano: la resilienza”

 Ad Aprile 2021, Monica Amadinidocente dell’università Cattolica di Brescia che ha collaborato come mediatrice al nostro convegno “Mamme in crescita”, ci ha proposto di collaborare alla stesura di un testo sul tema: “INFANZIE E FAMIGLIE AL TEMPO DEL COVID”.

L’intento era quello di proporre riflessioni sui bisogni e sulle risorse che i vari servizi presenti sul territorio di Brescia avevano colto negli utenti, nonché le strategie messe in atto in questo periodo di emergenza sanitaria.

Veniva richiesta una lettura dei bisogni e una condivisione di riflessioni educative a partire dall’esperienza lavorativa durante la pandemia.

Ovviamente abbiamo accettato di partecipare con un nostro scritto che raccontasse come Villa Capitanio ha vissuto quel lungo e particolare periodo che ha stravolto le vite e le modalità lavorative dal punto di vista delle mamme, dei bimbi, delle tirocinanti, delle volontarie e delle persone del co-housing… insomma di tutti coloro che gravitano attorno al nostro servizio.

Dopo varie stesure ecco che nasce “Racconto di un anno di pandemia a Villa Capitanio”

Ve ne proponiamo alcuni stralci:

“…La pandemia ha cambiato radicalmente la vita di tutti, ospiti, volontari e professionisti di villa Capitanio.

Per quel che riguarda le mamme inserite, durante il primo lockdown… hanno avuto diverse reazioni: la paura, la negazione e l’indifferenza. Qualcuna delle mamme ha vissuto la grande preoccupazione, arrivando a igienizzare tutto, evitando contatti e non uscendo dalla porta di casa. Altre hanno iniziato a uscire rimanendo assenti da casa per svariate ore, manifestando grosse insofferenze verso queste disposizioni restrittive.

Nel secondo lockdown quando le mamme hanno saputo che richiudeva la scuola si sono attivate per fare acquisti per facilitare la dad… hanno dovuto destreggiarsi nell’uso della tecnologia per scaricare le lezioni, i compiti assegnati e caricare i compiti da inviare alle maestre… Le fatiche principali per le mamme sono state il non potersi recare direttamente negli uffici per ottenere informazioni o certificati e il dover ricorrere a moduli online mandando in crisi le loro precarie competenze tecnologiche… Hanno risentito della difficoltà di non potersi recare dai Servizi Sociali e sentirsi accolte da tutti gli operatori com’erano abituate… telefonate e moduli da compilare sono modi impersonali che le fanno sentire sole con le loro difficoltà e paure…

 Il lockdown dei bambini

I bambini hanno avuto reazioni diverse tra il primo e il secondo lockdown.

Nel primo lockdown i bimbi sembravano quasi contenti della novità di non dover andare a scuola, hanno comunque faticato a capire la pandemia. Nel secondo i bambini erano consapevoli del fatto che non avrebbero potuto vedere i loro compagni, le maestre e che avrebbero dovuto studiare a casa con tutte le relative fatiche… A fine di questo primo anno pandemico si può dire che i bimbi hanno compreso l’importanza della scuola in presenza… perché le relazioni sono fatte anche di sguardi e gesti, mentre ridere a distanza non è la stessa cosa. Una volta che vengono loro spiegate alcune regole i bimbi le rispettano e si rapportano correttamente, meglio degli adulti…

 Meno condivisione meno convivialità

Con il Covid sono venute meno la convivialità e la condivisione, abbiamo dovuto rivedere anche il progetto di co-housing, per alcuni mesi le persone presenti hanno dovuto rispettare il distanziamento dalle mamme inserite. Dai loro racconti emerge comunque che quando il lockdown s’è fatto rigoroso, l’averlo trascorso a Villa Capitanio l’ha reso meno duro perché la casa era diventata quasi un eremo. Questa strana vita fatta di quarantene, distanziamenti, coprifuoco è sicuramente meno triste quando aiuti una mamma che lotta per raggiungere la sua autonomia, o quando le sue bambine, con cui ora non puoi più giocare, si fermano sulle scale per chiacchierare o anche solo per salutarti…

Anche il volontariato ha preso “una piega diversa”

Dovendo rispettare le disposizioni ministeriali si è dovuto limitare anche la presenza di volontari, limitando le possibilità per i nostri nuclei fragili di avere supporti e rapporti personali stimolanti… anche il modo di fare volontariato ha preso una piega diversa: “non ci si poteva più incontrare, e tutte le attività ricreative per bambini e mamme insieme ai volontari sono state sospese. Questa mancanza ha pesato anche sui volontari che per mantenere vivo l’affetto si sono attrezzati con “il volontariato a distanza”, pur ammettendo la nostalgia di poter abbracciare le mamme e tenere in braccio i piccoli”.

Nonostante la pandemia, sono stati attivati due tirocini con l’Università Cattolica di Brescia… Per i bimbi ha significato avere delle persone a loro completa disposizione, con spazi e tempi esclusivi ed anche fuori dalla loro casa. Recarsi nella stanza dei compiti a fare l’ora di studio con la tirocinante era un poco come uscire da casa per andare a scuola.

Così è trascorso l’anno cercando di creare una normalità e una serenità, attraverso la qualità che i bambini più di tutti ci insegnano: la resilienza.”

 Francesca Turra – Coordinatrice di Villa Capitanio

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