Bulgaria. Adottare un bambino di 10 anni. Dopo pochi giorni Atanas ha deciso: “Si questi due saranno i miei genitori !”

pulitiDal limbo Atanas è uscito per sempre quest’anno quando a fine marzo Caterina e Samuele Puliti sono partiti da Figline Val D’Arno (in provincia di Firenze) alla volta della Bulgaria.

Atanas, 10 anni lo scorso gennaio, è cresciuto in un istituto vicino a Sofia: è stato dichiarato adottabile solo a partire dal suo ottavo compleanno, quando è stato trasferito da una famiglia affidataria. Possiamo solo immaginare come Atanas, in tutti questi anni, sia stato in grado di tenere accesa la speranza di poter vivere nell’amore di una famiglia: anche questo è il “miracolo” dell’adozione che raccontiamo oggi per #iosonoundono.

Quando lo hanno incontrato, Caterina e Samuele erano consapevoli di avere di fronte un bambino impaurito ma anche pieno di domande sul destino che lo attendeva. “Il primo incontro a dire il vero non è andato benissimo, ci siamo scambiati pochissime parole, ma eravamo pronti a tutto questo – ricorda Caterina – Atanas era abbastanza spaventato, trattenuto da dubbi per quanto volesse mostrarci di essere ‘adulto’ e capace di badare a se stesso. E se ci penso, io al suo posto non so se me ne sarei andata in un Paese diverso e con due sconosciuti!

Il momento del primo incontro tra bambino e famiglia, in base alla procedura che prevede due viaggi, si svolge in 5 giorni durante i quali mamma e papà possono incontrare loro figlio per un tempo limitato. “Il primo giorno siamo stati con Atanas 4 ore – dicono i Puliti – i giorni successivi poche ore perché dovevamo attenerci ai ritmi e alle attività dell’istituto”. Per quanto non mancassero difficoltà, i giorni in Bulgaria sono bastati per Atanas per capire che quella coppia voleva accogliere proprio lui e nessun altro e che per loro era già diventato loro figlio.

Prima di partire Atanas ci chiese ‘Quando tornate a prendermi?’ – racconta Caterina  – Abbiamo così compreso che qualcosa si stava muovendo in lui e abbiamo cercato di rassicurarlo il più possibile. E’ una prova impegnativa, per fortuna i tempi tra un viaggio e l’altro sono stati brevi e nel frattempo siamo riusciti a parlare con lui una volta a settimana via Skype”. Da marzo ai primi di luglio quando mamma, papà e la sorella Chiara di 12 anni sono andati a prenderlo definitivamente, Atanas “ha maturato la sua scelta di venire con noi – precisano i Puliti – : all’udienza che avviene tra il primo e secondo viaggio, il giudice ascolta il parere dei bambini, specialmente se grandicelli, e Atanas ha detto sì”.

Durante i colloqui via Skype, aiutati anche dallo zio che ha sposato una donna bulgara e quindi conosce la lingua, “Atanas voleva vedere la casa, la stanza, era molto curioso – dice papà Samuele -. Anche noi avevamo domande, cercavamo di capire i suoi gusti, cosa preferisse fare, quali giochi amasse”.

Il momento del distacco dalla Bulgaria e dalla famiglia affidataria è stato difficile per Atanas, che ha iniziato a piangere e disperarsi. “La presenza di Chiara è stata fondamentale– dicono i Puliti – : lei stessa si è spaventata, vedendo il fratello piangere, pensando che avesse cambiato idea e non volesse più venire con noi. Così anche lei è scoppiata in lacrime e questa reazione ha fatto fermare il pianto Atanas che si è domandato cosa stesse accadendo”. Così in quel momento Atanas ha capito quanto quella famiglia tenesse a lui e fosse pronta ad accoglierlo totalmente. “Chiara e Atanas hanno iniziato a giocare insieme tutto il pomeriggio, si sono intesi subito a quel punto. E’ ancora presto per dirlo ma già hanno cominciato a comportarsi da fratello e sorella, cercandosi, preoccupandosi l’uno per l’altra e litigando!”, confermano Caterina e Samuele.

Atanas intanto sta recuperando le sue dimensioni di bambino e Chiara lo asseconda giocando con lui e guardando i cartoni animati da lui preferiti. Caterina invece, è sempre pronta con qualche piatto bulgaro nel caso in cui la nostalgia del Paese di origine si facesse sentire – insalate con formaggio e verdure, tegamini a base di uova e wurstel – ma pasta e pizza sono sempre dei cavalli di battaglia per qualsiasi mamma. Con papà e le figure maschili della famiglia Atanas sta sviluppando una particolare sintonia, essendo stato accudito prevalentemente da figure femminili. E piano piano arrivano anche le prime manifestazioni di affetto. Bè, siamo ancora alle pacche sulle spalle e al solletico – conclude Caterina ridendo – ma va bene così! Sappiamo che occorre dar tempo ad Atanas: per noi è nostro figlio e questo ci basta”.